Salve.
Scriveva anni fa il giornalista Beppe Severgnini che «un Italiano che ha a che fare con la burocrazia anglosassone si sente come un torero che deve affrontare una mucca: una faccenda deliziosamente rilassante.»
Ed è abbastanza vero.
La burocrazia in Gran Bretagna non è un gigantesco Moloch che serve solo se stesso, come in Italia. E' veramente ridotta al minimo e serve unicamente per attuare le verifiche per cui è stata introdotta: né più né meno.
Naturalmente, gli Inglese se ne lamentano lo stesso e, naturalmente, non sanno di cosa parlano. Del resto, ogni cosa è relativa, a questo mondo. Giudicate voi.
Nel post precedente, ho affrontato questioni sostanziali per la ricerca del lavoro (curriculum, competenze, selezionatori, colloqui, stipendio, ecc.). In questo invece, parlerò degli aspetti "formali", ossia delle procedure burocratiche necessarie per lavorare in Inghilterra.
Non vi serve un permesso di lavoro o di soggiorno per vivere e lavorare in Inghilterra, se siete cittadini italiani. Ciò che vi serve sono essenzialmente tre cose: un National Insurance Number (o NINo), un conto corrente in una banca in GB (non in una filiale in Italia di una banca britannica! Un conto corrente presso uno sportello bancario in Gran Bretagna) e almeno una, meglio due, prove di indirizzo in Gran Bretagna.
1. Il National Insurance Number (o NINo)
Il NINo è l'equivalente britannico del nostro codice fiscale ed è indispensabile per lavorare in GB. O meglio, io ho cominciato a lavorare senza, ma con il Dipartimento delle Risorse Umane dell'azienda presso cui lavoravo che mi ha detto: "Bello, o te lo procuri alla svelta, oppure il rapporto di lavoro si chiuderà a breve".
Sono comprensivi, ma meglio non tirare la corda.
Comunque, per ottenere il NINo è necessario sostenere un'intervista di persona (non telefonica!) presso un JobCentrePlus.
Questi JobCentrePlus sono vagamente simili ai nostri uffici di collocamento. Sono dei centri nei quali si prende atto del fatto che il signor tizio, cittadino straniero, è venuto in Gran Bretagna per lavorare e quindi deve ricevere un NINo così che possa pagare le tasse, versare i contributi previdenziali, eccetera.
Le interviste presso un JobCentrePlus si prenotano telefonicamente, perché c'è un sacco di gente che vuole lavorare in GB, specie di questi tempi. Bisogna chiamare un numero di rete fissa, parlare in inglese (!) con un operatore e dire che ci si trova già in GB, oppure che ci si trasferirà a breve in GB per lavorare e che si desidera concordare la data dell'intervista vis-à-vis per ottenere il NINo.
La data dell'intervista la fissa l'operatore in base alle disponibilità del JobCentrePlus più vicino a dove si vive o dove si andrà a vivere. Tipicamente, dato l'affollamento, ci vuole almeno un mesetto per sostenere l'intervista, quindi non è il caso di ridursi all'ultimo momento, specie se si desidera cominciare a lavorare appena possibile. Idealmente, bisognerebbe chiamare il numero verde un paio di mesi prima, per sicurezza.
Il giorno prestabilito, ci si presenta al JobCentrePlus designato dall'operatore muniti di documento d'identità valido. Se potete, portate sempre il passaporto oltre alla carta d'identità. Gli Inglesi non sanno leggere la nostra carta d'identità e s'imbranano. Una volta là, si aspetta almeno un'ora per fare l'intervista (io però ho aspettato tre ore), perché c'è una ressa di gente come allo stadio, e poi si viene chiamati.
L'intervista in sé è una sciocchezza: ti chiedono quando sei arrivato in Inghilterra (consiglio di fornire sempre la stessa data, su qualsiasi modulo e da qualsiasi ente questa venga richiesta, ora e dopo), come ci sei arrivato (cioè aereo, traghetto, ecc.), quali siano le tue competenze, in quale ambito vorresti lavorare e se hai già iniziato a fare colloqui. Poi, anche dove abiti (l'indirizzo britannico!) e qual è -- se ce l'hai già -- il tuo conto corrente in Gran Bretagna. Tutto qui.
Non sei tenuto ad avere già il conto corrente inglese, ma se non hai almeno un posto in cui stare in GB, le cose si complicano un po', perché non sanno dove notificarti il NINo. Se hai già un posto in cui vivere in GB, anche temporaneamente, anche se sei presso un amico, da' al tizio del JobCentrePlus l'indirizzo completo. Ricorda di dargli anche il CAP che, diversamente dall'Italia, è molto importante in Gran Bretagna per individuare la casa.
Non sei tenuto ad avere già il conto corrente inglese, ma se non hai almeno un posto in cui stare in GB, le cose si complicano un po', perché non sanno dove notificarti il NINo. Se hai già un posto in cui vivere in GB, anche temporaneamente, anche se sei presso un amico, da' al tizio del JobCentrePlus l'indirizzo completo. Ricorda di dargli anche il CAP che, diversamente dall'Italia, è molto importante in Gran Bretagna per individuare la casa.
Dopo circa due settimane (ma anche meno), all'indirizzo britannico da te fornito arriva una lettera del DWP (ente equivalente dell'INPS italiano) con sopra scritto il tuo NINo. Una settimana dopo, sempre allo stesso indirizzo, arriva proprio il tesserino in plastica.
2. Il conto corrente in Gran Bretagna
Per poter lavorare in Gran Bretagna, avere un conto corrente in una filiale bancaria sul territorio britannico è un preciso requisito di legge imposto dalla HMRC (ente equivalente alla nostra Agenzia delle Entrate).
Non si può lavorare in GB e farsi pagare in contanti o a mezzo assegno, né farsi accreditare lo stipendio su un conto estero. Per ragioni fiscali, bisogna farsi accreditare lo stipendio su di un conto corrente presso uno sportello situato in Gran Bretagna.
Non importa la nazionalità della banca, sia chiaro.
Ci sono banche italiane con sportelli in Gran Bretagna e un conto corrente presso uno di questi sportelli va benissimo. Ma dev'essere un conto aperto (o trasferito) presso uno sportello situato sul territorio britannico. Su questo i datori di lavoro non transigono, anche perché le multe sono salatissime. Quindi, ricordate: niente pagamenti in contanti, niente assegni, e men che meno bonifici verso l'estero! Insomma, niente conto "britannico", niente lavoro.
Ci sono banche italiane con sportelli in Gran Bretagna e un conto corrente presso uno di questi sportelli va benissimo. Ma dev'essere un conto aperto (o trasferito) presso uno sportello situato sul territorio britannico. Su questo i datori di lavoro non transigono, anche perché le multe sono salatissime. Quindi, ricordate: niente pagamenti in contanti, niente assegni, e men che meno bonifici verso l'estero! Insomma, niente conto "britannico", niente lavoro.
Ora, supposiamo che, per qualche ragione, tu non possa trasferire il tuo conto corrente dall'Italia in una filiale britannica della tua stessa banca (se puoi, fallo e basta: questione chiusa).
Qui c'è un problema. In Gran Bretagna, nessuna banca ti apre un conto corrente "normale" (cioè a condizioni e costi "normali") se non hai o una lettera di referenze dal tuo datore di lavoro britannico (che, ovviamente non hai ancora) oppure delle bollette cartacee intestate a te che dimostrino che tu vivi ad un dato indirizzo in GB.
Il riferimento è a bollette di utenze tipo luce, acqua, gas, telefono (solo rete fissa), internet (di nuovo, solo su rete fissa, non internet mobile), tasse comunali, cose del genere, che siano relative ad un indirizzo in Gran Bretagna e che siano intestate a te. Chiaramente, se sei appena arrivato e stai presso un amico, tu certe cose non ce le hai.
E allora come si fa? Ci sono due modi: uno economico e l'altro no.
2.A - Metodo economico, ma più lungo. Indovina? Ti fai intestare dal tuo coinquilino una bolletta qualsiasi (meglio due) tra quelle sopracitate. Appena hai una comunicazione per posta, vai in banca ed apri il conto. Attenzione! Tutte le banche fanno storie se porti loro bollette on-line stampate da te.
Quindi niente bollette on-line!
Ci vuole la buona vecchia bolletta su carta ricevuta per posta ordinaria.
Bada che alcune banche ti faranno storie anche così.
In quel caso, cambia semplicemente banca: prima o poi, una che ti dà retta la trovi. Mi permetto di suggerire Barclays, NatWest e NationWide, ma veramente una vale l'altra.
Aiuta anche portarsi dietro gli estratti conto del proprio conto corrente italiano, se ci sono un po' di soldi sopra: serve a dimostrare che non siamo proprio quei barboni che invece in realtà siamo (altrimenti non emigreremmo).
2.B - Metodo costoso, ma sbrigativo. Va' in una filiale della HSBC Bank e chiedi di aprire un "Passport Account". E' un conto corrente costoso (ad oggi, Febbraio 2014, costa la bellezza di otto sterline al mese. Il dettaglio con i prezzi dei diversi servizi aggiuntivi, tutti cari, è qui), ma almeno tutto ciò che devi fare è produrre una prova del tuo indirizzo italiano (non quello britannico) producendo, unitamente alla tua carta di identità o passaporto, anche uno dei documenti aggiuntivi da loro richiesti. Il dettaglio di tali documenti è nel link all'HSBC Passport Account riportato più su.
Io ho dovuto fare così, perché non avevo altra scelta.
Naturalmente, non appena finisce il periodo di sottoscrizione obbligatorio (attualmente un anno), chiudi quel conto ed apritene un altro più conveniente.
3. Una prova di indirizzo in Gran Bretagna
Meglio due, posto che alle volte capita che te ne chiedano due di tipo diverso. Queste prove di indirizzo -- che, ovviamente, devono essere intestate a te -- sono le sopracitate bollette di luce, acqua, gas, telefono (solo rete fissa), contratto ADSL su rete fissa, estratti conto bancari, tasse comunali (tipo council tax), contratto d'affitto, lettere ufficiali da parte di un ente pubblico, ma anche documenti ufficiali, tipo una patente inglese (che riporti cioè l'indirizzo britannico), oppure una lettera del datore di lavoro (se ne hai già uno). Mi raccomando: niente bollette on-line (vedi sopra), perché spesso non te le accettano come prova.
Quindi, richiedi sempre e solo bollette cartacee spedite fisicamente per posta.
Stessa cosa per gli estratti conto bancari. Cartacei e spediti fisicamente per posta. Punto.
L'ecologista lo fai un'altra volta, magari.
Le ragioni per cui ti serve una prova d'indirizzo britannica sono molteplici e vanno da una richiesta da parte dell'ufficio personale dell'azienda che ti vuol assumere, passando per eventuali richieste da parte di HMRC (l'Agenzia delle Entrate britannica), sino alla sopracitata banca.
Molti avranno già notato un corto circuito: la legge e il tuo datore di lavoro esigono conto e domicilio britannici, ma la banca vuole una prova d'indirizzo britannica. Ergo, se non riesci a farti intestare una bolletta, parti dalla banca con il "Passport Account" di HSBC Bank. Pazienza. Se risolvi la banca, potrai usare le comunicazioni della banca anche come prova d'indirizzo in GB.
Tempo indeterminato, determinato e precari
Un'ultima cosa che non c'entra con i tre punti qui sopra. In Gran Bretagna si può lavorare per un'azienda o assunti a tempo indeterminato (si dice semplicemente "I am permanent") o a tempo determinato (si dice "I am fixed term") o, infine, come freelance, cioè precario (si dice "I am contract"). Se si accetta di lavorare contract, si guadagnano più soldi (in Gran Bretagna -- che non è mica l'Italia -- i precari vengono giustamente pagati di più degli assunti, per compensare il fatto che possano essere mandati via in qualsiasi momento).
Adesso, diciamo che non hai trovato offerte di lavoro di tipo permanent o fixed term, ma solo di tipo contract. Capita, specie in tempi di crisi, come questo.
Diciamo pure che, in attesa di tempi migliori, ti alletta l'idea di accettare un lavoro precario in GB per circa sei-otto mesi, in cui puoi tranquillamente tirare su i soldi che ti faresti in un anno come permanent.
Io l'ho fatto per alcune settimane e non è male. Nulla a che vedere con il precariato all'italiana: non sei uno schiavo senza diritti, ma piuttosto un consulente, libero di andare e venire come e quando vuole; a condizione che tu produca risultati, ovviamente. E si tirano su bei soldi, al punto che alcuni il posto fisso dopo non lo cercano più.
Il problema è che dovresti sbatterti la burocrazia per aprire una PAYE (cioè una posizione come lavoratore autonomo, una sorta di Partita IVA), e magari è tutto solo per qualche mese, finché non trovi un posto fisso che ti piace.
Se vuoi evitare, rivolgiti semplicemente ad una cosiddetta "umbrella company". Le umbrella companies sono delle aziende simili alle nostre società di lavoro interinale, ma che coprono tutte le professioni, dall'operaio generico al mega-ingegnere galattico.
In pratica, in cambio di una commissione pagata dal tuo cliente (non da te), l'umbrella company ti assume e poi ti affitta al cliente. In questo modo, ti risparmi tutta la burocrazia del lavoratore autonomo, compresa la dichiarazione dei redditi: fa tutto l'umbrella company. Tu devi solo lavorare.
Io ho fatto così e lo raccomando caldamente, a meno che tu non sia venuto in Gran Bretagna per metterti in proprio e lavorare da autonomo sin dal primo giorno.
Le più note umbrella companies sono Nasa Umbrella, GoUmbrella e OptimaUmbrella, ma ce ne sono tante e funzionano tutte bene, che io sappia.
Saluti e alla prossima.