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venerdì 29 aprile 2022

Putin, Zelenskyj e la solita Italia

Salve.

Posto che sulla guerra tra Russia ed Ucraina si dice e si scrive veramente di tutto, dalle cose più sensate alle castronerie più inverosimili, non volevo postare nulla al riguardo, per non aggiungerci anche il mio.

Ma c'è un aspetto che, ad oggi, a me sembra mancare, almeno nella maggior parte degli articoli, degli approfondimenti e dei dibattiti social. Si tratta di un'analisi non dei fatti di cronaca, bensì della narrazione tipicamente italiana che i nostri media e le nostre istituzioni ‒ dai partiti politici sino alle associazioni partigiane ‒ associano ai fatti di guerra.

Intendiamoci: non è certo un fenomeno soltanto italiano, ma è da noi che ‒ a mio parere ‒ è di portata talmente vasta da assumere i contorni dell'ufficialità.

Per rendere la cosa più chiara, sintetica e, soprattutto, meno pedante, proverò a suddividerla per aspetti.

 

1. I fatti devono adeguarsi alla nostra visione; e mai il contrario

Avete notato anche voi come in Italia gli stessi, identici fatti di cronaca vengano asserviti ai preconcetti ideologici di chi li riporta? Le operazioni militari della Guerra Russo-Ucraina diventano "la legittima risposta di un Paese assediato dalle provocatorie mire espansionistiche e prevaricatrici della Nato" oppure "l'inaccettabile aggressione militare ad uno stato sovrano ed indipendente", a seconda di chi parla. 

Chi, da una parte, insiste sul fatto che sia inaccettabile per la Russia che la Nato piazzi missili a medio e lungo raggio capaci di montare testate nucleari "pure nei cessi del Cremlino", per usare un'espressione del comico Maurizio Crozza e che l'America, per la stessa ragione, ha invaso Cuba; e chi, dall'altra, dice che un Paese sovrano ed indipendente può fare quello che gli pare entro i propri confini nazionali e che non deve certo rendere conto a Mosca di niente, perché non è uno stato vassallo della Russia. 

Dinanzi a tutto questo, entrambe le parti sembrano soprassedere sul fatto che in praticamente ogni guerra ragioni e torti sono sempre da entrambe le parti: ogni Paese belligerante ha i suoi buoni motivi e le sue colpe, sia piccole che gravi. 

Ma non sono certo questi motivi né le colpe a fare la differenza. La differenza la fa chi spara; chi attacca; chi aggredisce. In altre parole, la differenza la fa chi abbandona la via diplomatica, le trattative, i colloqui di pace e si affida al terrorismo, alla provocazione violenta e, in ultima istanza, alla guerra. Detto questo, ciascuna delle parti avrà pure le proprie ragioni da sventolare per i media. E che se le tenga pure ben strette. 


2. Nazisti noi? Sarete nazisti voi!

Una delle grandi asimmetrie ideologiche italiane deriva dal fatto che in Italia s'è avuta una dittatura fascista, ma non una comunista. Di conseguenza, si prende il nazifascismo, e solo quello, e gli si appiccica ogni sorta di sventura: sei fascista o, peggio, nazista? Allora è lecito, legittimo, addirittura doveroso attaccarti, sterminarti, umiliarti, annichilirti, come si è fatto con Hitler e Mussolini nella Seconda Guerra Mondiale. No?

No. Perché ormai a nessuno viene più in mente che Hitler e Mussolini siano stati rovesciati non in quanto dittatori di destra, bensì perché iniziatori e promotori di una guerra mondiale. Del resto, Francisco Franco in Spagna non era certo meno fascista; ma avendo Madrid dichiarato la propria neutralità, a nessuno è mai venuto in mente di "liberare" la Spagna da un bel niente. Tanto che Franco è morto nel proprio letto nel 1975, dopo una lunga malattia. 

E, nel mio piccolo, pure io, che non sono certo un fascista né tanto meno un nazista, non sono così sicuro che sia lecito attaccare una nazione solo perché non ci piace il suo regime politico ed economico.

Be', fatto sta che di nuovo in Italia, da una parte e dall'altra, si invoca lo spauracchio del "Putin fascista" o del "Battaglione ucraino Aidar nazista" ‒ con la conseguente, quanto doverosa denazificazione ‒ per giustificare un attacco militare. 

Come dire: "Ma cosa difendi Tizio, non vedi quant'è fascista?!" Oppure: "Guardate che noi non stiamo aggredendo: stiamo denazificando, eh...!".


3. La realtà va resa semplice come le favole per bambini

La mia preferita. In questa brutta storia che si chiama "Guerra Russo-Ucraina" c'è un cattivo, no? Allora ci vuole per forza anche il buono, come in ogni favola per bambini che si rispetti. Tutto dev'essere reso semplice agli occhi dell'Italiano Medio. 

E già, perché dove andremo a finire, se cominciamo a rappresentare la realtà per quello che davvero è, ossia un ginepraio di ambizioni particolari, un intreccio di interessi di parte e di atti prevaricatori, insomma un gran casino in cui tutti i protagonisti sono stronzi e cattivi, e di buono non c'è davvero nessuno, se non quei poveretti finiti sotto le bombe o nelle fosse comuni? 

Se facciamo così, il lettore medio non capisce e non sa con chi schierarsi. Non sa per chi tifare. Perché, alla fine, è questo che si vuol fare, in Italia: mica capire davvero, no; mica analizzare i fatti, figuriamoci. In Italia si vuol tifare. Perché con il tifo il cervello è spento e non ha bisogno di pensare né di ragionare.

In questa visione ipersemplificata della realtà, se Putin è il malvagio della vicenda (e intendiamoci: Putin non è certo uno che additerei a modello per le future generazioni!), allora Zelenskyj diventa automaticamente il buono. 
Ma cosa dico, "il buono"? Il santo!
San Volodymyr Oleksandrovyč Zelenskyj, o come caspita si scrive. 

E invece io che, beninteso, Vladimir Putin ce l'ho sul cazzo come pochi al mondo e che pure sono a favore dell'invio di armi e soldi all'Ucraina in guerra ‒ vi dico pure che di questo signor Zelenskyj non sappiamo proprio un bel niente

Zelenskyj non ha una storia politica, posto che fino ad un anno e mezzo fa faceva tutt'altro lavoro. Le suo rade iniziative politiche ed i suoi discorsi sono spesso improntati al populismo, ed egli stesso si definisce "un populista". 

E allora io vi chiedo: prima di lanciare petali di rosa ed incoronargli il capo con l'aureola, siamo proprio sicuri di fare la cosa giusta?

La risposta la lascio a voi che, a quanto pare, avete tutti meno dubbi di me.
Beati voi.


Saluti,


(Rio)