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venerdì 24 novembre 2023

Israele, Hamas e la "Difesa di Norimberga"

Salve.

Mentre scrivo (Novembre 2023), la guerra tra Israele e Hamas continua e, come di consueto, anche l'opinione pubblica si divide ferocemente partendo spesso non dai fatti, bensì da posizioni ideologiche e preconcette.
Chiunque legga questa blog credo sappia bene che a me dell'ideologia interessa poco. Il tifo da partigiani, la gara a chi ce l'ha più lungo ed idiozie simili per me rappresentano soltanto un passatempo più o meno innocuo per menti troppo semplici. Davvero non vale la pena di sprecare un post su questo.
Quello che a me piace, invece, è analizzare la realtà da una prospettiva che non oso certo definire "oggettiva", ma quantomeno razionale, logica.
E non oso definirla oggettiva perché, diversamente dai molti che – da ambo le parti – si credono oggettivi, almeno non sono così ingenuo da crederci davvero.

E veniamo alla questione.
Nelle discussioni tra le partigianerie, si sente spesso i filo-Palestinesi dire: "Sì, milleduecento civili innocenti sono state ammazzati a sangue freddo da Hamas, ma adesso migliaia di Palestinesi sono morti sotto le bombe israeliane, inclusi molti bambini!" 

Tralasciamo il discorso sul conto della serva dei morti, tipo "loro ne hanno uccisi di più, e più bambini" perché – dati i numeri enormi da entrambe le parti – credo che questo argomento afferisca ad un livello di discussione indegno non dico del genere umano, che purtroppo non smette mai di sorprendermi, ma quanto meno indegno di chi scrive e di chi legge questo blog.
E lo dico perché, con ogni probabilità, nella Seconda Guerra Mondiale le truppe Alleate e quelle dell'Armata Rossa Sovietica provocarono un numero di morti tra i civili innocenti più alto di quello causato dai Nazisti, anche tra i bambini; ma questo non è certo un argomento che può essere usato per supportare il punto di vista di Hitler.

Quindi, occupiamoci di un altro aspetto della questione.
Se il numero di morti tra i civili è elevato per tutte e due le parti in conflitto, è importante considerare anche il come e il cosa lo abbia determinato, oppure le circostanze non contano niente?

Be', nella storia del diritto internazionale c'è un importante precedente giudiziario: niente di meno che il Processo di Norimberga sui crimini nazisti contro l'umanità.

Anche allora la Corte del Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra – composta, ricordo, sia da giudici "alleati" che sovietici – accusava i Nazisti dicendo: "Avete ammazzato milioni di civili innocenti, tra cui più di un milione di Ebrei in Europa dell'Est!". E la risposta degli ex membri delle Einsatzgruppen delle SS era: "E voi, con i vostri bombardamenti su Dresda ed altre città tedesche, quanti civili avete ammazzato, allora?!"

La strategia difensiva dei Nazisti era chiara: sostenere la sostanziale equivalenza tra tutti i morti, facendo valere, invece, il numero.
A suo tempo, la Corte di Norimberga rigettò fermamente questo argomento, sulla base che non si possono mettere sullo stesso piano lo sterminio deliberato e diretto di civili inermi che non rappresentano alcuna minaccia nemica – come anche Hamas ha fatto nei kibbutz di confine o al festival nel deserto del Neghev – con le perdite "indesiderate, non cercate, ma inevitabili" ("undesired, unintended, but unavoidable losses") causate dai bombardamenti.
La distinzione tra queste due tipologie, fu detto allora, è un atto dovuto ed un segno di civiltà.

Tra l'altro, Hamas ha dichiarato e confermato di avere scavato sotto la Striscia di Gaza quasi cinquecento (!) chilometri di tunnel. Israele, dal canto suo, ha costruito migliaia di rifugi sottoterra per i civili, e regolari esercitazioni si tengono in tutti i posti di lavoro e nelle scuole di tutti gli ordini, fino agli asili; al punto che ogni Israeliano sa sempre dove sia il più vicino rifugio e può solitamente raggiungerlo in un paio di minuti. 

Quindi, la domanda che viene spontanea è: posto che le gallerie sotterranee esistono, ma che ci fanno tutti quei civili di Gaza così vicini ai razzi, alle granate, alle armi ed alle piattaforme di lancio missilistiche di Hamas? Perché non sono nei tunnel (quantomeno i bambini)?
Be', la stessa identica domanda è stata posta (link qui) da un giornalista arabo di Al Jazeera/Russia TV – Al Jazeera e Russia TV, eh, mica la "sionista Fox News"! – a Mousa Abu Marzouk, un dirigente e portavoce di Hamas, che ha risposto candidamente all'attonito intervistatore che i tunnel sono soltanto per i miliziani e che ai civili deve pensarci l'ONU. Se non ci credete, vi ho messo il link alla video-intervista più su: giudicate voi. Immaginatevi un governo che dice: "Io faccio solo la guerra, non penso ai miei civili. Se la sbrighi l'ONU."

E il fatto è che, in effetti, i civili di Gaza che non siano parenti stretti di miliziani di Hamas (coniugi, figli, genitori) non hanno accesso ai tunnel: pena, la morte.
Gli alti dirigenti di Hamas e le loro famiglie, invece, come è noto, quando Israele contrattacca non sono più nemmeno nella Striscia. Sono tutti all'estero, spesso in lussuose residenze in Qatar o in Oman.
Anche questo – ma stavolta non è la Corte di Norimberga a sostenerlo, si tratta solo dell'opinione strettamente personale di chi scrive – è un buon indicatore del livello di civiltà.

Ciò premesso, se uno proprio ne sente il bisogno, può mettere sullo stesso piano Israele e Hamas, dicendo che "Israele uccide indiscriminatamente".
Ma la verità è che se Israele non avesse davvero cercato di minimizzare le perdite tra la popolazione di Gaza, la guerra sarebbe finita l'8 di Ottobre, il giorno dopo la strage.
Il resto sono solo opinioni e chiacchiere da bar.

Saluti,

(Rio)