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sabato 18 aprile 2020

La malattia di Nobel: scienziati e baggianate


Montagnier nel 2014 al Convegno UNESCO sull'omeopatia
Salve.

Non vi serve certo questo blog per ricordarvi che viviamo in tempi strani, caratterizzati da una pandemia di SARS-Cov-2, accompagnata da una diffusione altrettanto vasta e contagiosa  di bufale pseudoscientifiche di ogni tipo. 

Chiunque frequenti i social network è abituato da tempo all'enorme quantità di baggianate che vi girano, per cui non mi soffermerò sulle bufale in generale. 
Ciò di cui mi preme parlare oggi sono bufale di un tipo molto, molto particolare. E ciò non perché esse siano più sofisticate o credibili di qualsiasi altra panzana che circoli in rete da qualche anno a questa parte, bensì perché queste bufale sono state accreditate e, in alcuni casi, persino formulate da studiosi che nella loro vita hanno ricevuto importanti riconoscimenti internazionali nel campo della scienza. 

Sto parlando delle bufale o, per la precisione, delle tesi pseudoscientifiche supportate da alcuni importanti Premi Nobel in discipline scientifiche che, con il loro endorsment personale, hanno favorito la diffusione di una cultura complottista, irrazionale e, a volte, pericolosa per la salute pubblica. 

Il fenomeno, per fortuna non frequente, si è però di tanto in tanto ripresentato nel corso della secolare storia della Fondazione Nobel; al punto che è stato coniato un termine per questi studiosi che, in una fase della loro carriera, hanno ‒ come dire ‒ mostrato segni di cedimento intellettuale: si parla di "Nobel disease", la malattia di Nobel
Quando uno scienziato prestigioso, magari anche un vincitore di Nobel, comincia a sostenere tesi antiscientifiche come un grillino qualsiasi, senza mai produrre uno straccio di prova degna di questo nome, di lui si dice: "Poverino, ha la malattia di Nobel." 

Vi elenco di seguito alcuni noti casi della malattia di Nobel.
  • Pierre Curie (Premio Nobel per la Fisica nel 1903 e marito della celebre Marie, insignita del premio lo stesso anno): era un fervente sostenitore dello spiritismo e cadde più volte vittima dei raggiri della nota ciarlatana e medium dell'epoca, Eusepia Palladino. Anche sua moglie Marie ne era suggestionata, sia pure in misura minore.
  • John William Strutt (Premio Nobel per la Fisica nel 1904) credeva fermamente in ogni sorta di fenomeno paranormale e nei fantasmi.
  • Philipp von Lenard (Premio Nobel per la Fisica nel 1905). Nazista convinto e fervente sostenitore della Teoria della Razza, von Lenard si era fatto feroce promotore della cosiddetta "fisica ariana" e rigettava la "frode giudaica" della Teoria della Relatività, ipotizzata dall'ebreo Albert Einstein. Credo sappiamo tutti come sia andata a finire.
  • Joseph Thomson (Premio Nobel per la Fisica nel 1906) era un convinto sostenitore della rabdomanzia e di altri fenomeni paranormali.
  • Alexis Carrel (Premio Nobel per la Medicina nel 1912) era un convinto assertore dall'eugenetica e delle teorie razziali naziste.
  • Il celebre prof. Erwin Schrödinger (Premio Nobel per la Fisica nel 1933), era sostenitore del cosiddetto "misticismo quantistico", una pseudo-scienza in base a cui non misurabili campi di energia consentirebbero di trasformare semplici pensieri in oggetti concreti che esistono nel mondo reale.
  • Ernst Boris Chain (Premio Nobel per la Medicina nel 1945) era un forte negazionista della teoria dell'evoluzione darwiniana.
  • Il celebre prof. Wolfgang Pauli (Premio Nobel per la Fisica nel 1945) credeva in molti fenomeni paranormali.
  • Linus Pauling (Premio Nobel per la Chimica nel 1954). Sostenitore della "terapia megavitaminica", Pauling era convinto che dosi ultra-massicce di vitamina C potessero curare diverse malattie gravi, compreso il cancro. Furono condotti molti studi, ma non fu mai stata trovata alcuna correlazione statisticamente significativa tra l'apporto extra di vitamina C e non soltanto la guarigione, ma anche soltanto la maggiore resistenza a nessuna malattia grave: di conseguenza, la "terapia megavitaminica" venne abbandonata, nonostante Pauling vi credette iniettandosi vitamina C ogni giorno sino alla morte, avvenuta nel 1994 proprio a causa di un tumore alla prostata.
  • William Shockley (Premio Nobel per la Fisica nel 1956). Razzista irriducibile e sostenitore dell'eugenetica, Shockley mise in guardia sulla "evoluzione regressiva", convinto che i neri si riproducessero più velocemente dei bianchi. Sua la celebre tesi in base a cui "la principale causa del deficit sul piano intellettuale e sociale dei negri americani ha carattere ereditario ed è, pertanto, senza rimedio".
  • James Watson (Premio Nobel per la Medicina nel 1962). Sosteneva convintamente l'esistenza di legami biochimici tra la libido sessuale, il colore della pelle, il peso corporeo e le ambizioni personali. Riteneva anche che gli Africani fossero meno intelligenti della media, mentre gli Ebrei ashkenaziti più intelligenti della media ma che, nonostante questo, per via dei loro comportamenti, "una parte dell'antisemitismo fosse giustificata".
  • Brian Josephson (Premio Nobel per la Fisica nel 1973). Supportava la veridicità delle tesi sulla memoria dell'acqua, sulla telepatia, sulla telecinesi e altri fenomeni paranormali. Era inoltre, incredibile a dirsi per un fisico, un convinto assertore di idee creazioniste sul disegno intelligente.
  • Nikolaas Tinbergen (Premio Nobel per la Medicina nel 1973). Sin dagli Anni '80, è stato un convinto sostenitore dell’origine psicogena dell’autismo, ossia che l'autismo fosse causato da traumi psicologici subiti dal bambino nei primissimi mesi di vita. Ad oggi, nessuno studio è mai riuscito a confermare la benché minima correlazione statisticamente significativa tra questi due fatti.
  • Kary Mullis (Premio Nobel per la Chimica nel 1993). Nega l'erosione dello strato di ozono e la correlazione tra virus dell'HIV e AIDS, e sostiene la veridicità dell'astrologia. Sostiene anche di aver incontrato un procione alieno che emetteva una luce verde. 
  • Richard Smalley (Premio Nobel per la Chimica nel 1996). E' un convinto creazionista, sostenitore del disegno intelligente e della falsità della teoria dell'evoluzione darwiniana.
  • Il celebre prof. Luc Montagnier (Premio Nobel per la Medicina nel 2008). Ha idee anti-vacciniste ed ha pubblicato due studi (mai confermati da peer review) nei quali si sostiene che il DNA produca segnali elettromagnetici misurabili tramite forti diluizioni in acqua, in modo simile a quanto sostenuto dall'omeopatia. Montagnier sostiene anche l'AIDS potrebbe essere curato con una dieta apposita e degli integratori. Più di recente, ha anche dichiarato che il virus SARS-Cov-2 che ha causato la pandemia di Covid-19 sia nato a seguito di un esperimento segreto in un laboratorio cinese, in cui si cercava di mettere a punto una terapia per l'AIDS. Questo nonostante l'intera comunità scientifica mondiale, inclusi diversi Premi Nobel per la Medicina, abbiano più volte ribadito che tutti i fatti sinora a disposizione confermino l'origine assolutamente naturale del virus e sconfessino qualsiasi ipotesi di ingegnerizzazione in laboratorio.
  • Vi sono, infine, forme lievi della malattia di Nobel che riguardano alcuni scienziati, tra cui mi limito a citare Ivar Giæver (Premio Nobel per la Fisica nel 1973) ed il nostro Carlo Rubbia (Premio Nobel per la Fisica nel 1984) che sono fortemente scettici sul fatto che il cambiamento climatico abbia cause antropiche, nonostante esista ormai una sovrabbondanza di evidenza scientifica che collega le attività umane all'aumento globale delle temperature.
 Saluti,

(Rio)