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martedì 6 agosto 2019

Il cosiddetto "Popolo Italiano"


Salvini si affida alla Madonna di Medjugorje
Salve.

È da tanto che non scrivo, anche perché, francamente, di cosa dovrei parlare?

Sono partito, anni fa, occupandomi di questioni di economia, di lavoro, di temi sociali elevati e di politica e mi ritrovo, a poco più di dieci anni di distanza, a dover commentare gli strafalcioni di Di Maio o le uscite di Salvini, il Ministro degli Interni che il giorno della commemorazione delle vittime della strage di Ustica se ne sta a Milano Marittima a divertirsi, come se avesse vinto il Grande Fratello, invece di essere il Vicepresidente del Consiglio.

Quindi non scrivo. 
Perché, diciamolo, oggi di cosa potrei scrivere?
Del MoVimento del Cambiamento che s'inventa i mandati zero "che non vanno conteggiati"? Del gruppo parlamentare di ragazzi meravigliosi che fa l'esatto contrario di quel che aveva promesso in campagna elettorale, sulla TAV, sulla TAP, sul Parlamento Pulito, sulle Olimpiadi, sullo streaming, sull'euro, sulla UE, sulla trasparenza dei meccanismi interni, sull'uno vale uno, sui migranti, o che riduce —come io avevo già previsto anni fa— il Reddito di cittadinanza ad una mera operazione di creazione di ulteriore debito?

O dovrei forse parlare dell'esuberante esponente leghista-barra-sovranista che fa un milione di cose che fino a ieri né la Lega né il M5S avrebbero mai tollerato da parte di nessun altro? Del prode signor "arrestatemi pure" che si nasconde dietro l'immunità per evitare i processi, spalleggiato da un Parlamento di honesti che chiude prima un occhio e poi tutti e due sul furto del secolo (sì, parlo di quei benedetti 49 milioni di euro di soldi pubblici che nessuno sa davvero esattamente come siano stati spesi e dove siano finiti, di preciso)? Dello stesso Parlamento di virtuosi che permette a Salvini di mentire prima e di non rispondere poi sui suoi rapporti poco chiari con Vladimir Putin, stretti al punto da prendere forse soldi da Mosca e da permettere allo zar di intervenire tramite l'ambasciatore russo in Italia su questioni interne, come gli scioperi al Petrolchimico di Siracusa?

O forse dovrei commentare le gesta dei leoni del Nuovo PD di Zingaretti, la cui strategia politica sembra improntata al fingersi morti, salvo qualche occasionale uscita fuori luogo, come il prendere prontamente le distanze da Scalfarotto che visita in carcere gli imputati americani per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, unico esponente Dem a ricordarsi che siamo ancora in democrazia, in uno Stato di diritto, con tutti gli altri "compagni" impegnati a fare qualsiasi cosa, fuorché darsi una linea politica chiara e risolvere i propri annosi problemi interni?

E come dimenticare Berlusconi, che si inventa ripartenze politiche ed alleanze quantomeno improbabili, ove non fantascientifiche, tutte con lui come protagonista e leader? E non soltanto non sembra rendersi conto che non se lo fila più nessuno, ma nemmeno si accorge che in Italia non esiste un vero fronte liberale almeno dal 2009? 

Oppure potrei fare un bel post su quelli di Più Europa, che quel fronte liberale vorrebbero rappresentare, salvo poi utilizzare le truppe cammellate di Tabacci, come si faceva decenni fa, per far eleggere segretario Benedetto Della Vedova —brava persona eh, per carità; ma determinante come un contagocce in un mare in tempesta— invece di Marco Cappato, acclamato dalla base, ma troppo ribelle, brioso e indomabile per i gusti di qualcuno? Un gran bell'inizio dirigista, non c'è che dire. Complimenti. Poi fanno buca alle elezioni e ci rimangono anche male.

O magari, per una volta, potrei soprassedere sulla politica ed occuparmi dei giornalisti non allineati messi alla porta da direttori sempre prontissimi a correre in aiuto del vincitore? Da Giampaolo Pansa, liquidato dall'Espresso, sino ad Oscar Giannino, ostracizzato da Radio24... Senza dimenticare i servizi ossequiosi dei nostri TG nazionali, per i quali sembra ormai che uno che per ventimila e passa euro al mese si mette a fare comizi dalla spiaggia invece di lavorare al Ministero, sia un "vulcano inarrestabile" (sic). 
Una sorta di tronista di Uomini e Donne che non ha nemmeno mai cominciato a lavorare, ma è "inarrestabile"... 
Forse è un sottile riferimento alla vicenda della mancata autorizzazione a procedere. Boh.

Ma no.
Non varrebbe la pena parlare di niente di tutto questo.
Sapete perché? Perché nulla di tutto questo conta, dinanzi al "PROBLEMA". 
Il "PROBLEMA" —lo scrivo maiuscolo perché sono anni ed anni che ripeto che questa è LA SOLA, VERA QUESTIONE— è che in Italia manca il popolo

Non date retta a chi vi dice "con una legge elettorale così" oppure "con un assetto istituzionale cosà"... 
Tutte balle. 
In Italia il meccanismo di rappresentanza della volontà popolare è pressoché perfetto. Per-fet-to. 

Purtroppo.
Purtroppo perché gli Italiani non sono un popolo. 
Gli Italiani sono solo un assembramento di persone superficiali, individualiste, miopi e puerili, identiche ai propri rappresentanti a Montecitorio, a Palazzo Madama ed a Palazzo Chigi. 
  • Gli Italiani odiano i migranti perché li vedono come destinatari concorrenti di sussidi e di ogni forma di assistenzialismo di Stato che vorrebbero percepire loro ("prima gli Italiani!").
  • Gli Italiani odiano l'Europa perché l'Europa ci impone le regole della concorrenza leale con le altre imprese del Mercato Unico, regole a cui noi non vogliamo sottostare, né ora né mai; perché, da complessati quali siamo, se noi Italiani dovessimo agire secondo le regole, come potremmo mai vincere? ("No all'euro! No al giogo della Germania!" in realtà, vogliono dire "No a regole competitive da cui si evince chiaramente che gli altri sono meglio di noi", "No a confronti in cui potremmo perdere")
  • Gli Italiani non hanno mai desiderato vivere in un Paese normale. In un Paese normale, ti tocca lavorare come un fesso fino a 70 anni e sudarti anche le briciole. Ciò che gli Italiani vogliono è il ritorno della cuccagna, dei piccoli privilegi "perché hai le entrature giuste", della vita comoda fatta a spese di chi verrà dopo, grazie ai debiti che tanto non sarai mica tu a pagare. Per te, ci sono i contratti a tempo indeterminato prima e "quota cento" poi. Per chi verrà dopo di te, solo una vita da precario di merda, seguita dalla pensione sociale, a circa 380 euro al mese (calcoli di CGIL Giovani Non+).
Quindi per gli Italiani, qualunque obbrobrio compiano Salvini o Di Maio, non c'è mai niente da rilevare, niente da dire, fintanto che la cosa non li tocchi personalmente.

Il cosiddetto "popolo italiano" —che "popolo" in realtà non è, ma in qualche modo si dovrà pur chiamarlo!— è talmente preso da se stesso e dai propri bisogni particolari che non sembra nemmeno accorgersi che dall'Italia stanno andando via tutti. 

Oramai circa 290mila persone, per lo più giovani, molti dei quali laureati, abbandonano ogni anno il presunto Belpaese, in cerca mica di chissà cosa! In cerca di una possibilità. 
Ad oggi, ci sono oltre cinque milioni di Italiani all'estero e si badi che non stiamo parlando di cittadini stranieri di origine italiana: questi sono tutti "Italiani-Italiani", gente che in Italia non soltanto c'è nata, ma ci ha vissuto ed ha studiato sino alla maggiore età. 

Solo a Londra, dove vivo io, gli Italiani ufficialmente residenti sono 315mila, ma attenti: questi sono solo quelli iscritti all'AIRE, l'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero. 
Secondo l'ambasciata d'Italia, per ogni due Italiani iscritti all'AIRE ce n'è almeno uno che vive e lavora là senza essersi mai iscritto (per adesso, l'iscrizione AIRE non è ancora obbligatoria, e comunque non esistono praticamente controlli. Vedremo se le cose cambieranno con la Brexit). 

Si stima, pertanto, che gli Italiani di Londra superino di molto i 400mila; il che significa che se siete, che so, di Bologna, ci sono più Italiani a Londra che nella vostra città. Non è mica un'opinione, questa, eh! Questo è un fatto. 

Chissà quanto ancora ci vorrà, prima che gli uomini e le donne dell'assembramento italico si accorgano che presto non ci sarà più chi può pagare loro la pensione (è matematica attuariale: con l'allungamento della vita e più di due pensionati onerosi per ogni giovane, ma nemmeno se 'sti ragazzi li fai tutti precari ce la fai a stare dentro...!). 
Chissà quanto ci vorrà prima che si rendano conto che quei migranti che vogliono respingere e lasciare annegare sono i soli che possono fare da precari, come serve per gli interessi di lor signori quei lavori che i loro giovani sono scappati a fare all'estero per uno stipendio vero e condizioni dignitose.

Ma, nel frattempo, questa politica avrà già trovato il modo di dare la colpa a qualcun altro. 
Chissà, forse a Renzi, a Berlusconi, a Prodi; o, magari, persino ad Andreotti.
Un po' se lo meritano, anche.

Saluti da Londra,

(Rio)