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giovedì 13 marzo 2025

Regimi e natura umana

Salve.

Lo so. Il titolo di questo post presuppone un argomento di una pesantezza indicibile.
Tuttavia, nonostante io non ami disturbare il sonno profondo dell'Italiano Medio (non è vero, amo prenderlo a pedate, quel fetente...!), ritengo comunque che sia importante che più persone possibili comincino a porsi qualche domanda.
Questo perché leggo sui social affermazioni che oscillano tra lo sconcertante ed il raccapricciante. 

Voi direte: "Ma Rio, i social non sono una specchio fedele della società!" Sì, col cazzo. Dieci anni fa, forse; ma ora non più. Guardate come votano, 'sti stronzi. Guardate per cosa manifestano o scendono in piazza. E, dopo averli osservati bene, magari dopo averci anche parlato, ditemi che trovate differenze significative tra la realtà e quello che leggete su Instagram o su Facebook, se ci riuscite!

C'è in giro gente -- ma tanta gente! -- convinta che la democrazia sia superata, che non sia capace di affrontare efficacemente i problemi della società, che sia venuto il momento di superare il capitalismo con un regime diverso, che metta "gli interessi dei più dinanzi a quelli dei pochi" e via "sloganando".

Naturalmente, il primo passo da compiere per il superamento dell'impasse è uscire dalla NATO, per alcuni anche dall'Unione Europea, abbandonando la tirannia USA per entrare nei BRICS ed abbracciare fiduciosi leader potenti, determinati ed illuminati come Vladimir Putin o Xi Jin Ping.
Se non facesse già ridere così, il passo successivo è quello di adottare, per alcuni, una forma di socialismo terzomondista non meglio chiarito, mentre altri vedono con favore un ritorno del nazionalismo ottocentesco di tipo identitario, fatto di popoli omogenei in termini di etnia, cultura, lingua, vedute e religione.  

Quando sente certe stronzate, un vecchio liberale come me esita, ma solo perché non sa da che parte cominciare a sfancularli tutti.
Nemmeno si accorgono che a fare da megafono a certe idee (on-line e non) sono essenzialmente tre tipi di persone:

  • Disadattati che non hanno voluto o saputo integrarsi nella società e incolpano noi di questo(!). Per la serie: se la società non è come dico io, allora è sbagliata. La società, non io. Idealismo all'ennesima potenza.
  • Personaggi subdoli che sperano di arrivare a conquistare una fetta di potere grande o piccola, e stanno manipolando noi per arrivarci; tipo la rivoluzione falla tu, e il potere dopo lo dai a me.
  • Individui che non brillano per originalità ed idee proprie, ma sono determinati a passare per impegnati, motivati, ispirati. Vogliono dare un senso più profondo alla loro vita, e per questo sono pronti a rovinare la nostra. Mortacci loro.

Tutti e tre i tipi ritengono che il cambiamento sperato porterà vantaggi di qualche tipo (innanzitutto a loro; se no mica lo farebbero).

Ma a prescindere da questo, la cosa che mi sconvolge le gonadi è che le illusioni di oggi sono le stesse di 150 anni fa.
Perché trovo incredibile quanta ingenua fiducia la gente oggi riponga ancora in un banale regime politico.

A sentire loro, la natura umana non è qualcosa che ci definisce come specie, il risultato di diverse decine di migliaia di anni di lenta evoluzione mediante selezione naturale, ma solo un'abitudine, quasi un "vezzo" che e possibile forgiare a proprio piacimento, a condizione di avere un adeguato sostegno politico, istituzionale, e sociale. L'egoismo si supera educando i bambini "sin dalla più tenera età" ai princìpi dell'Interesse Superiore, del Bene Comune, della Giustizia Sociale, eccetera eccetera.

La prima "domanda che io mi pongo e che vi pongo", come diceva la buonanima di Amintore Fanfani, è: ma questi qua, almeno a grandi linee, sanno cos'è successo nell'ultimo secolo e mezzo?

Sanno che in Unione Sovietica abbiamo avuto oltre 70 anni di comunismo, in cui intere generazioni di Russi (e non) hanno studiato sin da piccolissimi i valori del socialismo reale, vissuto immersi in una società uniformemente socialista, respirato propaganda per tutta la vita, vinto persino due guerre mondiali, con il solo risultato di aver dato vita, negli Anni '80, ad una delle più spettacolari implosioni socio-politico-economiche nella storia del genere umano? Neanche l'Impero Romano d'Occidente è crollato così, perché almeno nel V Secolo c'erano le invasioni barbariche. Il Blocco Sovietico, invece, non è stato conquistato militarmente, né invaso da nessuno: hanno fatto tutto da soli, crollando come castelli di sabbia, l'uno dopo l'altro, nel giro di pochi anni.

Dall'altra parte, i cugini scemi dei comunisti, i fascisti, non si sono accorti che il nazionalismo ha causato un'interminabile serie di conflitti che hanno indebolito enormemente l'Europa ed i suoi Stati, che un tempo dominavano il mondo, rendendoli entità di secondo piano, in alcuni casi insignificanti, sullo scacchiere mondiale?

E tutti e due -- quando parlano di concetti indefiniti come "democrazia non capitalista" (??) -- si accorgono che non esiste né è mai esistito un solo esempio di questa strana roba in tutto il globo terraqueo?

Ora, voglio essere chiaro: io amo la democrazia capitalista, ma lungi da me definirla perfetta; specie su un blog in cui non faccio che sviscerarne i problemi ed i difetti, post dopo post.
Ma, alla luce dei fatti storici, la democrazia capitalista pare essere la sola forma di società che conosciamo a riuscire in qualche modo -- sia pur entro certi limiti -- a convivere con la natura umana.

Perché il vero problema, cari i miei idealisti da Centro Sociale, non è il capitalismo, l'egoismo borghese, e vai di Engels a manetta, bensì un altro ben più serio: è Sua Maestà la Natura Umana.

E' inutile teorizzare un modello socialista in cui ognuno di noi ha un ruolo ben definito, deciso soprattutto sulla base delle esigenze sociali, del Bene Superiore, in cui tutti fanno qualcosa e non c'è un meccanismo premiante per il singolo (perché questo scatenerebbe egoismo), ma si va avanti tutti insieme. Provateci ed otterrete quello che si osservava ovunque nei Paesi dell'Est e che ancora possiamo vedere in alcuni uffici pubblici italiani: cinico opportunismo.
Se mettete dieci persone in una stanza e dite loro di fare tutti insieme un lavoro per ottenere un premio comune vi garantisco che almeno uno (ma anche di più!) farà quanto possibile per far lavorare gli altri al posto suo. Il comportamento opportunistico è un tratto della Natura Umana, e se sperate di cambiarlo con l'educazione siete dei poveri idealisti illusi. Il comunismo non può funzionare perché ipotizza una società organizzata come un alveare di api, ma gli uomini non sono insetti e le società umane non sono né somiglieranno mai ad un cazzo di formicaio.

Ci hanno già provato a cambiarla, Sua Maestà la Natura Umana, cosa credete? Magari vi illudevate di essere voi i primi ad averci pensato?
Secondo voi, quando Ernesto Guevara de la Serna (il "Che") parlava di "uomo nuovo socialista" a cosa cazzo si riferiva, idioti?! A questo si riferiva! Alla necessità di ripensare la natura umana, perché l'uomo "vecchio" non andava bene, non poteva realizzare il socialismo.
Pensate che, nel supervisionare il progetto per una nuova sede ministeriale all'Avana, il Che -- nella sua temporanea funzione di direttore dell'Istituto Nazionale Cubano per la Riforma Agraria -- era arrivato addirittura ad ipotizzare la riduzione del numero dei bagni nell'edificio, ritenendo che l'uomo nuovo non avesse bisogno di espletare le proprie funzioni corporali così spesso. (!)

E invece voi, gran figli della Lupa, che vagheggiate per l'Italia il ritorno ai fasti del passato (ma dove? Ma quando?) soltanto perché vi dà fastidio incontrare per strada gente con nomi strani, colore della pelle o lineamenti del viso diversi dai vostri, non vedete che il solo modo per minimizzare le cazzate madornali di un regime è quello di limitare il potere e suddividerlo tra soggetti diversi?
Davvero non cogliete la bellezza, la profondità del Principio della Divisione dei Poteri come strumento per mitigare i limiti gravissimi della Natura Umana, a cui il potere dà sempre, inequivocabilmente alla testa? Voi che dite andreottianamente che "il potere logora chi non ce l'ha", non vi immaginate come logori ancora di più chi ce l'ha? O ritenete che Giulio Andreotti abbia agito nel vostro, di interesse?

Non vedete, cari totalitaristi di Destra e di Sinistra, come nella storia il solo modo che i vostri Leader Perfetti hanno trovato per mantenere in piedi le vostre Società Perfette sia stato quello di istituire apparati repressivi onnipresenti, pervasivi e brutali che stroncassero, possibilmente sul nascere, ogni espressione della Natura Umana?
Non c'è alcun "Uomo Nuovo". C'è solo quello vecchio, incarcerato, zittito, umiliato, torturato, ucciso.

E veniamo, infine, all'imputato principale del processo: la democrazia capitalista.
E' una cosa instabile, traballante, che va puntellata continuamente. Genera classi politiche generalmente pavide, al servizio di chi meglio di tutti minaccia di togliere loro il potere. E' lenta, farraginosa, si impantana e si incarta su se stessa.
Ma sembra essere la sola che può funzionare nel lungo termine, perché non cerca di cambiare la Natura Umana, bensì la accetta, la rispetta e -- cosa più importante -- le dà agio. In tal modo, non tutti gli uomini, soltanto alcuni, i più privilegiati senz'altro, ma anche i più meritevoli riusciranno a trovare spazio per emergere in qualche modo e fare il bene comune.
Ovviamente, anche la democrazia capitalista ha un meccanismo di repressione, ma è per lo più limitato al contenimento delle attività umane entro binari che consentano la convivenza civile, lasciando spazi più che ampi di libertà di parola, di stampa e, naturalmente, di azione.

Vi sembra un po' troppo poco?
OK. Pensate a quanto benessere la mediocre democrazia capitalista ha regalato all'Europa Occidentale  in 80 anni di pace.
Le alternative sono regimi che possono vantare tra i loro più grandi risultati lo sterminio di sei milioni di Ebrei e di chissà quanti Rom in campi di concentramento molto ben organizzati (gliene va dato atto) o la costruzione del Muro di Berlino, che -- correggetemi se sbaglio -- è il solo caso nella Storia di fortificazione realizzata non per impedire al nemico di entrare, ma per impedire a chi stava dentro di uscire.
E' tanta roba, eh...!
Davvero sicuri che questi regimi siano?

Saluti,

(Rio)

venerdì 7 febbraio 2025

La guerra, oh la guerra...!

 

Salve.

Nel momento in cui scrivo, Israele e Hamas stanno gestendo — non senza scossoni — una fragile tregua temporanea per consentire uno scambio di prigionieri. Un processo asimmetrico, posto che si parla di circa 8 detenuti arabi per crimini violenti (ove non di vero terrorismo) per ogni civile israeliano, ma non importa.

Non e di questo che voglio parlare, né del "genocidio" con la popolazione di Gaza che invece è rimasta sostanzialmente stabile e nemmeno di 'sta cazzata della "Riviera di Gaza" suggerita da Donald Trump che a me sembra solo una pessima battuta da standing comedy.

Parliamo invece della faccenda de "gli Israeliani non hanno il diritto di scacciare i Palestinesi né di prendersi la loro terra!" che al momento va per la maggiore sui social, dove i filopalestinesi seguono le mode come se fossero un negozio di abbigliamento casual.

Scusate, ma un paragrafetto di Storia con la S maiuscola qui ci vuole davvero. Non si può fare tutto con dei meme del cazzo, come piace a voi. Prometto che sarò breve per venire incontro alle vostre limitate capacità mentali, come direbbe (più o meno) Daniele Luttazzi.

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Quando l'ONU ha approvato la risoluzione 181 del 1947, ha assegnato agli Ebrei solo un fazzoletto di terra dell'ex protettorato britannico (a sua volta ex territorio dell'Impero Ottomano, sino al 1917), pari a poco meno della metà dell'attuale Israele.
Alla popolazione di lingua araba, invece, la Ris 181/47 assegnava non solo l'altra metà, ma anche parte dell'attuale Giordania.

La risoluzione lasciò scontenti tutti, Arabi ed Ebrei, ma gli Ebrei erano pronti a fare compromessi pur di fondare Israele e così, nel 1948, accettarono la risoluzione, Ben Gurion fondò Israele e tese la mano ai "vicini Paesi Arabi".

Gli Arabi, invece, la rigettarono con sdegno dicendo "Non un centimetro agli Ebrei!", si organizzarono nella Lega Araba (Libano, Siria, Giordania ed Egitto) e mandarono il loro segretario, l'egiziano Azzam Pasha, alle Nazioni Unite a pronunciare un discorso per dire che la Lega Araba avrebbe attaccato e distrutto il neonato stato ebraico con "un atto di sterminio che sarebbe stato ricordato nella storia come quelli commessi dai Mongoli e dalle Crociate".

Nel 1948, la Lega Araba attaccò Israele e Israele sulle prime rischiò di capitolare. Ma poi, con l'aiuto dell'URSS che inviò soldi e armi, vinse la guerra.

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Allora io vi chiedo: aveva lo Stato di Israele il diritto — avendo vinto la guerra che gli avevano scatenato contro — di prendersi parte della terra dei Paesi sconfitti?
Voi direte "Nooooo, doveva rientrare nei confini pre-bellici!"

E invece sì che ce l'aveva, il diritto di prendersi la terra.
Ce l'aveva perché, se la guerra l'avesse persa, la Lega Araba avrebbe fatto quello che il suo segretario aveva annunciato all'ONU, ossia ammazzare tutti gli Ebrei e prendersi tutto.
Del resto, gli Arabi la guerra l'avevano scatenata per quel preciso motivo: mica volevano solo mettere paura ai "Sionisti". Li volevano proprio massacrare tutti.

Vedete, è questo il guaio della guerra. La guerra si fa per ottenere risultati inaccettabili, ossia non ottenibili in altro modo.
Se tu vuoi tutto un territorio, senza che nessun altro possa viverci o farci niente, non ci puoi arrivare mica con i negoziati.
Chi accetterebbe mai di concederti tutto con un negoziato? Nessuno.
E allora tu gli dichiari guerra.

I conflitti che gli Arabi hanno scatenato nel 1948 (Naqba), poi nel 1967 (Guerra dei Sei Giorni), poi nel 1973 (Guerra dello Yom Kippur) e infine nel 2023 (Guerra del 7 Ottobre) erano tutti volti ad un unico scopo: sterminare il nemico e prendersi tutta la terra.
Se ne avessero vinta una, di queste cazzo di guerre che hanno cominciato, oggi non esisterebbe Israele ed io qui parlerei, che so, di Kim Kardashian (no, di Kim Kardashian no; va be', dai, di giardinaggio).

E non è tutto.
Che fine abbiano fatto quasi tutti gli 8 milioni di Ebrei che vivevano in Europa prima della Seconda Guerra Mondiale, lo sappiamo. Mi auguro.
Ma prima della guerra c'erano anche circa 7 milioni e mezzo di Ebrei che vivevano da secoli in Africa ed in Medio Oriente. Subito dopo la guerra, se ne contavano 800mila appena.
Oggi ne sono rimasti meno di 5mila (se escludi Israele, ovviamente) e vivono quasi tutti in Marocco. Qualcuno in Tunisia.

Dove sono finiti tutti gli altri? Emigrati in America? in Francia? In Inghilterra? Alcuni sì.
Ma molti sono andati in Israele.
Sapete perché?

Perché gli Arabi, che erano più forti, per buona parte del Novecento li hanno perseguitati, uccisi, hanno preso le loro terre, le loro case e poi scacciati via. Sette milioni e passa di persone si sono ritrovate messe alla porta da quello che per secoli era stato il loro Paese.
Qualcuno si è scandalizzato? Ha fatto cortei in strada? Stracciato le vesti? Figuriamoci.

Ora, vi chiedo: gli Arabi, che erano più forti, avevano il diritto di fare questo? Be', in teoria, no. Non è che io, siccome sono più forte di te, vengo e ti porto via ciò che è tuo...
Ma mica questo esclude che io lo faccia lo stesso.

E allora voi mi direte: "Ma allora gli Arabi, i Palestinesi, che hanno i loro buoni motivi, hanno il pieno diritto di attaccare Israele!"
Sì, certo.
Tutti hanno il diritto di fare la guerra. Salvo poi non rompere i coglioni quando la perdono, però.

Perché — ed è questo il punto — con la violenza (e la guerra è violenza portata all'estremo) saltano tutte le regole. Di conseguenza, invocare "il diritto di fare o di non fare qualcosa" in guerra non è né giusto né sbagliato: è semplicemente inutile.
E' una perdita di tempo.
Perché chi scatena la violenza ha spostato il livello della contrapposizione da quello del confronto dialettico a quello dello scontro armato. E chi risponde deve necessariamente fare lo stesso.

Che brutto ragionamento, eh? Una cosa orribile, vero?
E grazie al cazzo: c'est la guerre, direbbero i Francesi. Mica ciùfoli.
E' la guerra, signori; non una passeggiata al parco.
E' uno degli atti più estremi e brutali che una creatura estrema e brutale come l'uomo possa commettere.

Quindi mi permetto di darvi un piccolo consiglio: se non vi piace, non cominciatela, la guerra.
Soprattutto quando pensate che potreste anche perderla.

Saluti,

(Rio)

lunedì 27 gennaio 2025

L'Inutilità della Memoria

 

Salve.


Una volta credevo fosse utile ricordare la Storia.
"L'unico antidoto all'indifferenza è il ricordo", mi dicevo.
Devo ammettere che oggi non ne sono più così sicuro. A giudicare da quello che vedo e sento, la superficialità, il pregiudizio, non li sconfiggi con la memoria. 

 

Il ricordo, anche quello di un evento drammatico come lo sterminio -- no, il tentato genocidio, la soluzione finale -- degli Ebrei europei, africani e mediorientali è costantemente sepolto sotto le polemiche sterili che si nutrono di superficialità, di meme del cazzo, di pregiudizi ideologici. 


Diciamoci la verità: ingannare, tradire la memoria è semplice; quasi banale.
Basta inventarsi un genocidio inesistente, trasformando le vittime di guerra lasciate apposta a prendere bombe in testa -- poveri civili sacrificati agli interessi economici di un manipolo di dittatori mafiosi senza scrupoli, interessati solo a mantenere costante il flusso milionario di aiuti internazionali che si spartiscono in pochi senza alcuna rendicontazione -- in un "Ecco gli Ebrei che fanno agli altri ciò che i nazifascisti avevano fatto a loro nella Shoah".


Basta una bella sostituzione linguistica, in cui gli Ebrei diventano Israeliani e l'antisemitismo diviene anti-sionismo, e il gioco è fatto.
"Nulla giustifica quello che Israele sta facendo adesso!" e questione chiusa.


Poco importa che Israele non stia affatto facendo quello che dicono loro. Anzi. Se al cessate il fuoco si sono visti tanti, tantissimi Palestinesi (anche ragazzini e bambini) ben nutriti ed in salute festeggiare per strada, è proprio perché Israele NON ha commesso un genocidio, e -- diversamente da quello che sostiene Karim Khan, il giudice musulmano non proprio al di sopra di ogni sospetto, nel suo mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale -- Israele NON ha affamato a morte i civili palestinesi.
Datela, un'occhiata alle foto di vere carestie, di veri genocidi e guardate come si riduce la gente, quando certe cose avvengono davvero.
Non che i morti non ci siano, sia chiaro: i morti ci sono, ma sono quelli di una guerra. Né più né meno l'ennesima guerra prima scatenata e poi persa dagli Arabi.
Non credo ci voglia la sfera di cristallo per capire che, se al posto di Israele ci fosse stato un qualsiasi Paese arabo, le cose oggi starebbero in modo molto, molto diverso.
Ma perché sottolinearlo? Tanto non importa a nessuno.

Della sorte dei Palestinesi cosa volete che importi a quei gruppi politici che li incitano alla "Resistenza sempre e comunque"? Alla "Lotta incessante"?
Questi gruppi di cosiddetti "filopalestinesi" sanno benissimo che, ad ogni nuova guerra scatenata dagli Arabi, ad ogni provocazione, seguirà una risposta militare che ridurrà ancora di più la terra dei Palestinesi, peggiorando ancora di più la loro condizione.
Se i "filopalestinesi" fossero davvero tali, inciterebbero i Palestinesi a cercare il negoziato, non a proseguire la lotta armata. Li spingerebbero a trattare, a liberarsi di Hamas (che, tra l'altro ha un sistema di valori che non potrebbe essere più antitetico a quello della Sinistra, e presenta invece inquietanti similitudini con il nazifascismo). 


Ma si sa, l'obiettivo dei "filopalestinesi", dei "pacifisti" (??) non ha niente a che fare né con i Palestinesi né con gli Israeliani.
La loro è un'agenda dettata dall'odio, ma non quello anti-ebraico. L'odio anti-capitalista e, soprattutto, anti-americano.
E' così che si spiega il sostegno offerto a Vladimir Putin, il dittatore chiamato a de-nazificare (??) l'Ucraina da... Chi?
Ed è sempre così che si spiega il loro supporto alla Cina di Xi Jin Ping, che sta internando in campi di concentramento gli Uiguri e da anni perseguita gruppi di dissidenti come i Falun Gong.
E, ancora, è per questo che non manifestano contro il regime iraniano, la cui Polizia Morale imprigiona e spesso ammazza a bastonate le sue stesse giovani cittadine solo perché non indossano il velo.

Contro questo atteggiamento, la Giornata della Memoria -- e la memoria della Storia in generale -- è inutile, impotente.
Queste persone, la Storia, la ricordano benissimo. E' solo che hanno un piano: smantellare la potenza geopolitica americana, per sostituirla con un'egemonia lontana dai valori del capitalismo.

Per loro, il crollo del blocco sovietico e del socialismo reale è stata una grande occasione perduta del Novecento, e se per farlo tornare è necessario spazzare via tutti gli Ebrei -- pardon, i "sionisti" (??) -- e, nel contempo, fomentare una guerra dopo l'altra sino a quando non resterà più un Palestinese vivo, a loro va benissimo.
Se per Enrico IV "Parigi val bene una messa", regolare i conti con gli Americani che "ci hanno liberato dal fascismo solo per schiavizzarci" (eh?!) val bene il genocidio -- stavolta vero -- non di uno, ma di due popoli.

Saluti,

(Rio)