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domenica 19 settembre 2010
Fallimenti di Successo
L'inizio, si sa, è spesso la parte più difficile nella vita.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche la fine è tostarella da gestire, ma asteniamoci da considerazioni troppo scontate e soffermiamoci a parlare dei momenti in cui la vita - o almeno buona parte di essa - è ancora davanti a noi.
Si dice che ognuno è diverso, che i sogni della gente vadano per conto proprio, senza sovrapporsi, se non in minima parte, gli uni agli altri e tante altre cose il cui scopo è quello di ribadire la nostra unicità.
Sarà anche così, ma una cosa di certo non è nei sogni di nessuno: il fallimento.
Tutti temiamo il fallimento.
Possiamo rigirare la frittata in mille modi, ma la ragione per cui non ci imbarchiamo nel 99% delle cose che non facciamo è che temiamo di fallire; di non farcela.
Questo vale tanto per i bambini quanto per noi altri.
Il fallimento non piace proprio a nessuno.
Eppure la storia ci insegna che i grandi uomini sono divenuti tali anche perché non avevano alcuna paura di fallire; anzi, che il successo è infine arrivato soltanto al termine di una lunga, lunghissima catena di fiaschi colossali. Questa gente aveva capito che, essenzialmente, bisognava imparare a fare due cose: mai perdersi d'animo e mai smettere di imparare dai propri errori.
Esagero? Leggete qua sotto e giudicate voi.
Bill Gates, fondatore e presidente di Microsoft, ha letteralmente cambiato la cultura del lavoro d'ufficio nel tardo XX secolo, semplificando enormemente l'utilizzo del personal computer. Eppure, negli Anni '70, fu buttato fuori da Harvard. Oggi è uno degli uomini più ricchi del mondo.
Abraham Lincoln, che non aveva ricevuto un'educazione scolastica formale oltre la quinta elementare, entrò in politica per essere trombato in ben dodici elezioni, prima di essere finalmente eletto (fior di) Presidente degli Stati Uniti d'America (due volte) ed abolire la schiavitù.
Isaac Newton fu il più grande fisico e matematico della propria generazione: i suoi lavori sulla gravità dei corpi e sull'ottica lo hanno reso immortale, elevandolo al rango di uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi. Molti ritengono erroneamente che fosse un genio dalla nascita, ma i fatti raccontano una storia diversa. Newton a scuola era negato, tanto che i suoi insegnanti disperavano di poter migliorare il suo rendimento.
Albert Einstein, il più grande astrofisico del XX secolo, un autentico genio le cui teorie avveniristiche sullo spazio-tempo rimasero incomprese per decenni, da ragazzo non solo andava malissimo a scuola, ma collezionava figure di merda formato planetario (forse presagio delle sue future teorie cosmologiche).
Raccontò il compianto giornalista italiano Ruggero Orlando che una volta, a diciassette anni, Einstein salì su un autobus. Il biglietto costava 60 centesimi di franco svizzero e il giovane Albert pagò con un franco intero. Il conducente-bigliettaio, allora, gli chiese altri dieci centesimi, così da potergli dare un pezzo da cinquanta centesimi come resto. Nonostante ci fosse tanta gente che volesse salire sull'autobus dietro di lui, Einstein si impuntò, arrabbiandosi con il conducente, convinto che questi lo stesse imbrogliando.
Il conducente, che si vede che ne incontrava di Einstein ogni santo giorno, spense il motore e, con la massima calma, spiegò passo per passo il calcolo. Il giovane Albert, infine, capì, arrossì di vergogna e si scusò col conducente, il quale, sempre tranquillo, rispose: "Non fa niente, figlio mio. Non tutti sono portati per la matematica."
Thomas Edison, l'inventore le cui scoperte hanno cambiato la vita di tutti i giorni nel XX secolo, registrando ben 1.093 brevetti a proprio nome, veniva considerato dai suoi insegnanti a scuola uno stupido incapace di imparare alcunché. E prima di mettere a punto la famosa lampadina incandescente, dovette collezionare la bellezza di oltre novemila(!) fiaschi, con i prototipi precedenti.
Michael Jordan è considerato il più grande cestista di tutti i tempi (nel senso che giocava a pallacanestro, non che faceva i cesti di vimini della Valle d'Itria). Era un atleta fenomenale, dotato di una combinazione unica di grazia, velocità e potenza, unite ad una capacità di improvvisare il gioco e ad una voglia di vincere notevoli. Be', per quanto vi sembrerà incredibile, prima di entrare nell'NBA, Michael Jordan era un cestista modesto, al punto che era stato messo fuori squadra al liceo per "mancanza di capacità".
Walt Disney fu un celeberrimo animatore, produttore, regista e sceneggiatore cinematografico. La Walt Disney Company da lui fondata ha fatto sognare migliaia di bambini (ed i loro genitori e nonni, anche) ed ha attualmente un risultato d'esercizio intorno ai 30 miliardi di dollari annui, spicciolo più, spicciolo meno. La sua prima produzione di animazione non solo finì in bancarotta, ma lo mise in condizioni di essere ridicolizzato dinanzi ai giornalisti che, nel corso di una conferenza stampa, lo accusarono di non avere proprio alcuna idea nuova da offrire al cinema. E non finisce qui: il buon Walt andò in fallimento altre sei volte ed ebbe anche un esaurimento nervoso, prima di riuscire a sfondare.
Winston Churchill, considerato uno dei massimi statisti del Novecento ed uno dei cento più grandi sudditi della Corona Britannica di tutti i tempi, da piccolo era balbuziente e fu anche bocciato all'esame di terza media.
Il Colonello Sanders della Kentucky Fried Chicken si vide respingere la propria ricetta per il pollo fritto ben 1.009 volte (le ha pure contate tutte, l'animaccia sua!), prima che un ristorante finalmente la accettasse.
Il celeberrimo regista e produttore americano Steven Spielberg abbandonò la scuola media. Fu convinto a ritornare ma, siccome la sua vecchia scuola non voleva riprenderlo, trovò collocazione in una classe per ragazzini con problemi nell'apprendimento. Durò appena un mese, e poi lasciò la scuola per sempre.
Nel 1947, la 20th Century-Fox scaricò una giovane attrice sotto contratto da un anno, con la motivazione che non vi era in lei alcuna alchimia capace di suscitare l'attenzione da parte del pubblico maschile. Si chiamava Norma Jean e da lì a qualche anno sarebbe diventata "la" diva sexy per eccellenza: Marilyn Monroe.
La prima novella di John Grisham è stata respinta da ben sedici agenti e da dodici case editrici. Immagino che stiano tutti ancora sputando i peli.
Non la prima, ma le prime due aziende automobilistiche del signor Henry Ford finirono in bancarotta. Ford è oggi ricordato come il padre dell'automobile di serie; anzi della produzione in serie, tanto che il suo modello organizzativo basato sul lavoro specializzato, ossia la catena di montaggio, prende il nome di "fordismo".
Vincent van Gogh vendette un solo quadro nel corso della propria vita: a suo fratello. :-)
Soichiro Honda fu scartato dalla Toyota Motor Corporation nel corso di un colloquio di lavoro per un posto da tecnico meccanico. Vatti a fidare dei selezionatori del personale... Rimase disoccupato per un bel po' e, siccome lavoro in Giappone allora non ce n'era, si mise ad assemblare degli scooter in garage. Solo dopo anni, i suoi vicini cominciarono a comprarglieli e... il resto della storia la conoscete.
Oggi, il suo motto più celebre è: "Il successo è al 99% fatto di fallimenti".
Richard Hooker ha passato ben 17 anni a scrivere e cercare di promuovere una storia comica sulla Seconda Guerra Mondiale, che fu respinta da ben 21 editori, prima che William Morrow l'acquistasse. Il titolo del libro era "Mash". Serve dire altro?
Akio Morita, fondatore della Sony, progettò il suo primo apparecchio elettrico che doveva servire a cucinare il riso... Peccato che, invece di cucinarlo, lo bruciava alla grande; per cui ne vendette sì e no cento esemplari e l'intera operazione finanziaria fu un bagno di sangue. Oggi, la Sony è la sesta più grande azienda di elettronica al mondo, con un risultato annuo di circa 66 miliardi di dollari.
Immaginate anche il valore collezionistico di uno di quei cento brucia-riso Sony...
Saluti,
(Rio)
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