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venerdì 4 giugno 2010

Israele, Gaza ed il caso "Mavi Marmara": come stanno DAVVERO le cose


Salve.
Il 31 Maggio scorso, una piccola flotta di dieci navi con a bordo uomini e donne di diverse nazionalità autodefinitosi "pacifisti filo-palestinesi" è salpata da Cipro alla volta del porto di Gaza, trasportando a bordo un carico di aiuti umanitari per la popolazione palestinese. Pur pienamente consapevole del blocco navale imposto alla Striscia di Gaza da Israele per ragioni di sicurezza nazionale, la "Gaza Freedom Flotilla" - come la piccola flotta chiamava se stessa - ha volutamente forzato il blocco navale totale della Marina Militare Israeliana, puntando dritta verso Gaza.

Com'è noto a tutti, anche agli "Operatori di Pace" filo-palestinesi, la Striscia di Gaza è controllata da Hamas, un'organizzazione considerata da USA ed Europa come terroristica ed il cui scopo dichiarato è quello di "ributtare a mare" gli israeliani e riprendersi tutta la Palestina.
E' noto, inoltre, che è proprio da Gaza che provengono la stragrande maggioranza degli shahid, i poveri disperati reclutati dai fanatici islamici per diventare i "martiri dell'Islam" che si fanno saltare per aria negli autobus o ai mercati, facendo strage di civili; e sempre da Gaza proviene gran parte dei missili graz e qassam lanciati contro le case popolari (di nuovo, civili) dei quartieri periferici delle città e villaggi israeliani di confine.

Va da sé che per il Governo Israeliano il controllo delle merci che entrano nella Striscia di Gaza è una faccenda di sicurezza nazionale e che va trattata con la dovuta serietà. Per tale motivo, da anni Israele consente l'accesso alla Striscia solo dei carichi accuratamente ispezionati, e non permette l'ingresso di materiali che possano servire per la fabbricazione di armi. Il divieto non riguarda, ovviamente, né i generi alimentari, né le medicine, né altri beni di prima necessità che, una volta ispezionati, passano il confine senza problemi e senza limitazioni nei quantitativi e nelle tipologie.

Qualche cifra (fonte: www.fiammanirenstein.com): soltanto nella settimana dal 2 all’8 maggio, dai valichi di Israele sono passati alla popolazione di Gaza 1.535.787 litri di gasolio, 91 camion di farina, 76 camion di frutta e verdura, 39 camion di latte e formaggio, 33 camion di carne, 48 camion di abbigliamento, 30 camion di zucchero, 7 camion di medicine, 112 camion di cibo animale, 26 camion di prodotti igienici, mentre 370 ammalati palestinesi sono passati agli ospedali israeliani.

E a chi obietta dicendo: "Ma Fiamma Nirenstein è una sporca sionista! Le tue fonti sono distorte!" rispondo scusandomi. Ho provato a chiedere informazioni sul sito di Hamas, ma mi hanno minacciato di morte. Provateci voi, se siete amici, o chiedete a qualche neo nazista di darvi una mano nel dialogo: pare si intendano a meraviglia.

Tutto questo per dire che non esiste né è mai esistito un problema di approvvigionamenti alla Striscia di Gaza: basta seguire i canali ufficiali; cioè, basta lasciare che l'esercito ispezioni il carico.
Questo si sa da anni: lo sapevano gli "Operatori di Pace" e adesso lo sapete anche voi bimbiminkia con la kefiah.

Qui c'è il video sul Tubo in cui l'operatore radio della lancia dell'IDF (l'Esercito Israeliano) comunica alla "Mavi Marmara" (l'unica nave della flotta che ha rifiutato l'ispezione del carico) che sta per entrare in acque palestinesi, dove vige il blocco navale totale. L'operatore, quindi, invita la "Marmara" a procedere verso il porto israeliano di Ashdod per l'ispezione del carico, superato il quale la merce avrebbe proseguito via terra per la frontiera di Gaza sotto la stretta osservazione dell'equipaggio della "Marmara".
Il video, in inglese e sottotitolato per bimbiminkia, è qui: http://www.youtube.com/watch?v=qKOmLP4yHb4

Nove navi su dieci hanno accettato l'invito della Marina Israeliana ed hanno fatto rotta verso Ashdod. Lì i carichi sono stati ispezionati sotto i loro occhi e poi hanno proseguito per Gaza utilizzando i normali valichi di terra. Ma, come si vede e sente nel video di YouTube, a bordo della "Mavi Marmara" non la pensavano allo stesso modo.

Ora, scusatemi se vi faccio accendere i neuroni nel week end, ma voi dovete mettervi nei panni di un Paese in perenne stato d'assedio come Israele.
Provateci per due minuti, va bene?
Sinora, l'IDF si è dovuto preoccupare dei missili qassam iraniani trasportati a Gaza attraverso gli stretti tunnel scavati sotto il confine egiziano.
Immaginate adesso se avrebbero mai potuto permettersi il rischio che un'intera stiva non ispezionata arrivasse a Gaza!

Vi sembrerà brutto, vi sembrerà illegale perché avvenuto "in acque internazionali" (non lo è: è lecito), vi sembrerà "fascista", vi sembrerà come vi pare, ma Israele ha il dovere morale verso la propria popolazione civile di non fare arrivare uno spillo nella Striscia di Gaza, senza che non sia stato prima ispezionato con cura.

Pertanto, nel tentativo di prendere il controllo della "Mavi Marmara", soldati dell'IDF si sono calati sul ponte con gli elicotteri, perché un blocco navale totale non è uno scherzo: è un blocco navale totale. Non è lì tanto per essere violato.
I soldati, come mostra il video, erano armati, ma non hanno né puntato le armi né tanto meno aperto il fuoco.
Chi, per fare disinformazione a scopo politico, sostiene che i soldati abbiano sparato per primi, è semplicemente smentito dalle immagini di una decina di video diversi su YouTube, dai quali si evince che l'aggressione fisica è chiaramente partita dai "pacifisti".

Non appena giunti a poca distanza dal ponte, prima che potessero anche solo toccare terra, i soldati sono stati immediatamente assaliti e brutalmente presi a sprangate dagli "Operatori di Pace".
Esagero? Non ci credete?
Guardate questo video sul Tubo: http://www.youtube.com/watch?v=0LulDJh4fWI&feature=related
Se mi è consentito dirlo, lo chef consiglia i secondi 0:45 e 0:58, quelli in cui - rispettivamente - un soldato viene buttato fuoribordo dopo essere stato tramortito a pugni, calci e sediate ed in cui un altro viene pestato a sangue con le spranghe di ferro da ben quattro "Operatori di Pace e Amore" contemporaneamente.

Diversi soldati israeliani sono finiti in ospedale: due sono gravi ed hanno riportato ferite profonde da armi da taglio.
Perché a bordo della nave degli "Operatori di Pace e Amore" c'erano diverse armi, che l'IDF ha mostrato.
Le potete vedere nelle foto in alto: si chiamano spranghe del rispetto, bastoni della tolleranza, coltellacci pacifisti e qualche bella bomba molotov per suggellare la fratellanza con le altre Religioni del Libro.

C'è abbondanza di video sul Tubo in cui si vede che i "Pacifisti" le hanno utilizzate tutte: divertitevi. Non andate solo sui siti "porni".

A quel punto, i soldati hanno risposto al fuoco e sono morte nove persone, che è esattamente quello che gli attivisti islamici infiltrati tra gli ingenui operatori di pace filo-palestinesi avevano sperato di ottenere: una bella bomba mediatica da far esplodere in faccia ad Israele.
E quando è giusto, è giusto: va dato atto agli islamisti di aver congegnato e realizzato un piano semplice, ma efficace.
Questa operazione di interdizione navale finita fuori controllo è il più clamoroso autogol mediatico israeliano dai tempi dell'operazione anti-Hezbollah nel Libano meridionale.

Ma chi sostiene che Israele abbia impedito ad un Equipaggio di Innocenti di portare soccorso ai palestinesi va guardato con un senso di penosa commiserazione, perché c'è un orgia di prove a smentire tutto questo.
Pensate che per giorni i nomi di alcuni dei morti sono rimasti ignoti, semplicemente perché l'equipaggio della "Mavi Marmara" si rifiutava (!) di identificarli.

Toglietevi la kefiah dal collo, ché vi ferma il flusso di sangue al cervello, e chiedetevi perché.
Perché mai i nomi di innocui pacifisti morti non sono stati resi noti da subito?
Non sarà mica perché non tutti erano proprio dei "pacifisti"? :)

  • Tra i morti, infatti, c'è Ali Haydar Bengi, 39 anni, studente all'università islamica di Al Azhar al Cairo, detta "la Harvard dell'integralismo" e vicino alla IHH, una organizzazione turca autodefinitasi "umanitaria", in realtà un gruppo para-terroristico islamico anti-occidentale, che protegge la jihad e ogni gruppo fondamentalista e estremista;

  • poi c'è Ali Ekber Yaratilmis, 55 anni, volontario IHH;

  • e c'è anche Ibrahim Bilgen, 61 anni, tra gli organizzatori dell'Islamist Felicity Party in Anatolia, un'altra delle ormai numerose organizzazioni che aggregano il fanatismo islamico in Turchia.


Potete ascoltarli tutti sul Tubo (San Internet!) in un servizio di Al Jazeera mentre, prima di salpare per Gaza, inneggiano canti antisemiti e rilasciano dichiarazioni che non sfigurerebbero in una video-rivendicazione di un attentato di Al Qaida.
Eccovi serviti: http://www.youtube.com/watch?v=WVJ6G1x0La8.

Ed ora, per tutti i bimbiminkia in mezzo a voi, spieghiamo la evidente ragione del ritardo a comunicare i nomi dei morti: gli islamisti che hanno congegnato il piano sapevano bene che, per sfruttare appieno il dirompente effetto mediatico iniziale, era necessario non diffondere subito notizie che potessero mitigare la (presunta) brutalità degli accadimenti.

Converrete con me - o almeno lo spero - che l'effetto mediatico iniziale di "Israele ammazza per sport dei poveri pacifisti innocenti" è ben diverso da "Israele ammazza terroristi mescolati in mezzo a pacifisti ingenui e sprovveduti".
Per cui, all'inizio scoppia la bomba mediatica con la massima intensità e poi, quando il dito di tutti è puntato contro "la Bestia Sionista", si lasciano trapelare in sordina anche le notizie scomode.

O forse sapevate già che alcuni dei morti erano - come dire - pacifisti un po' eterodossi?

Tanti saluti ai vostri neuroni,

(Rio)