Salve.
Chiarisco innanzitutto una cosa: IO NON SONO FASCISTA.
Anzi, io sono il suo opposto ideologico, quindi non un comunista, per carità: quelli per me sono solo i loro cugini più colti.
Sono un liberale e un liberista, una persona convinta che in una società la libertà, molto più che l'uguaglianza, sia alla base del progresso, della creazione della ricchezza e di una sua più equa distribuzione.
Ma non è di questo che voglio parlare, oggi.
Oggi è il 25 Aprile, "la-festa-della-resistenza-e-della-liberazione-dell'Italia-dal-nazi-fascismo".
E non è la mia festa.
Non è la mia festa perché da decenni, ormai, con la scusa di ricordare la Resistenza contro l'odiatissimo (a giusto titolo, sia chiaro) nazi-fascismo, una manica di esaltati -- totalitaristi tanto quanto quelli che sono stati combattuti dopo la caduta del regime mussoliniano -- sfila per le strade d'Italia con le bandiere rosse, simbolo di un assolutismo di segno opposto, alieno ai valori di libertà del 25 Aprile tanto quanto il fascismo; non un'oncia di meno.
Costoro ritengono di averne titolo perché "anche i partigiani rossi facevano parte della Resistenza".
Gli
stessi partigiani rossi che sono morti per Stalin, per il Sol
dell'Avvenire, che è tramontato non appena tutti si sono accorti che era
di cartone, e che gli ideali per cui avevano lottato e vissuto per decenni erano irrealizzabili, un'altra utopia, un bluff.
Noi questi qua li lasciamo sfilare.
Come se in democrazia avesse un qualche valore la lotta di chi ha combattuto il nazi-fascismo soltanto per sostituirlo con un'altra dittatura.
Come se in democrazia avesse un qualche valore la lotta di chi ha combattuto il nazi-fascismo soltanto per sostituirlo con un'altra dittatura.
Come se un Paese democratico (o così ci raccontano) dovesse mostrare un debito di riconoscenza nei confronti di chi -- se soltanto gli Alleati gli avessero lasciato una concreta possibilità -- ci avrebbe incatenati ad un regime odioso ed imprigionati dietro un muro, come ha fatto con i popoli di mezza Europa (finché non sono finiti tutti i soldi).
Che si fottano, i partigiani comunisti!
Erano totalitaristi come i fascisti e io non ho alcun rispetto per loro.
E invece noi non solo li lasciamo sfilare in testa ai nostri cortei; no.
Lasciamo a questa gentaglia persino il potere di decidere chi può sfilare e chi invece no.
Ad esempio, la Brigata Ebraica -- una divisione partigiana che, per ovvi motivi, ha combattuto il nazi-fascismo in prima linea -- viene oramai ogni anno minacciata e costretta a non partecipare ai cortei in diverse città da gente che, pur odiando i valori della libertà, si arroga il diritto di stabilire cosa sia "consono alla libertà" e cosa invece no.
Gente che, su queste basi, ha la faccia tosta di aggiungere alle bandiere rosse anche quelle -- davvero insensate -- dei Palestinesi.
E che, gli Arabi Palestinesi hanno combattuto il nazi-fascismo, forse? Ma se il Gran Muftì di Gerusalemme era il più stretto alleato di Hitler in Medio Oriente!
E a questo punto facciamo sfilare anche, che so, le Croci Frecciate ungheresi?
Quindi, ricapitoliamo: non può sfilare chi il nazi-fascismo lo ha sempre combattuto -- anche perché ne è stato vittima sin dal primo giorno -- per la sola ragione che "non risulta allineato" con la visione geopolitica socialista e terzomondista di 'sta cippa di cazzo.
Al tempo stesso, gli alleati storici più stretti del nazismo e del fascismo in Medio Oriente sono portati in trionfo, in un tripudio di bandiere.
Sicuri che il 25 Aprile sia ancora "la festa della liberazione"?
A me pare più una gran presa per in giro.
Personalmente, posso dire che il 25 Aprile sarà anche la mia festa quando non celebrerà la liberazione solo dal fascismo, ma quella da ogni tipo di visione totalitaria. Quando sarà il trionfo della democrazia, in ogni sua forma, e la celebrazione dell'illusorietà di ogni altro regime.
Sino ad allora, tenetevelo pure.
Saluti,
(Rio)