Salve.
I recenti accadimenti di Parigi, con oltre 120 civili innocenti massacrati nel corso di atti terroristici rivendicati dall'ISIS, ha spinto ancora una volta il mondo occidentale, e l'Europa per prima, ad interrogarsi sulle reali possibilità che l'ormai ampia popolazione musulmana possa effettivamente integrarsi in una Europa laica.
Mai come in questi giorni di intense emozioni si è assistito ad una così sistematica strumentalizzazione dei fatti francesi, per ragioni spesso lontane da quello che è accaduto.
A me è sembrato di vedere, nel fitto fuoco incrociato delle risposte dal sapore ideologico ed emotivo che hanno affollato per giorni i media italiani, che a Sud delle Alpi -- più che in altri Paesi -- ancora si delineino due posizioni, entrambe pregiudiziali e spesso anche pretestuose.
Sottolineo il fatto che questo sia un fenomeno soprattutto italiano, perché altrove -- grazie al Cielo o a chiunque vi pare -- sembra che alcune verità di base abbiano finalmente raggiunto l'opinione pubblica, o quantomeno larga parte di essa.
Le due posizioni prevalenti in Italia a me sembrano essere queste:
- da una parte, le Destre che parlano di totale incompatibilità tra Islam e democrazia, tra Musulmani e valori dell'Occidente laico e che chiedono, in vari modi con gradazioni diverse, un freno all'immigrazione, più controlli ed il rimpatrio per gli immigrati dai Paesi islamici;
- dall'altra, le Sinistre che ripetono in vari modi che il terrorismo islamico con l'Islam non c'entra nulla, che è solo la strumentalizzazione politica di una fede, che l'Islam è una religione di pace e che il carattere vessatorio e discriminatorio (ove non addirittura razzista) di alcuni provvedimenti, limitando l'espressione della religiosità come parte importante della cultura dei popoli di fede islamica, porterebbe solo a tensioni ancora maggiori.
A mio modo di vedere, queste sono entrambe bugie e in questo post vorrei spiegare il perché.
Partiamo dalla bugia delle Destre.
Analisti e commentatori del terrorismo ben più addentro di me ripetono da anni che la stragrande maggioranza degli attentati di matrice islamista in Occidente è perpetrata da Musulmani che sono nati e cresciuti nei Paesi Occidentali.
Sono immigrati di seconda, se non di terza generazione.
Sorprende anche il fatto che, molto più spesso di quanto non si creda, si tratta di persone con un buon livello di istruzione: diplomati e anche laureati.
Lo stesso Maajid Nawaz, l'ex islamista pachistano-britannico che per anni ha lavorato come reclutatore di nuove leve in diversi Paesi, ha dichiarato che la maggior parte delle azioni di proselitismo viene portata avanti nelle scuole superiori o nei campus universitari.
Il profilo-tipo del terrorista islamico che colpisce in Occidente è quello di un ragazzo con un buon grado di istruzione, un tenore di vita e un livello di rapporti sociali non così diversi da quello della maggioranza dei suoi coetanei.
Siamo ben lontani dal fuciliere solitario che irrompe in una scuola superiore americana in Connecticut o sull'isola di Utøya, in Svezia.
Di conseguenza, vorrei che Lega Nord e Forza Nuova mi spiegassero una cosa: in quest'ottica, il rimpatrio degli immigrati -- tipicamente dei disperati che vogliono solo cercare di lavorare -- che funzione avrebbe nel contenimento del rischio-terrorismo, di preciso?
Ed ora la bugia delle Sinistre.
Sostenere che il terrorismo dell'ISIS, di Al Qaida, o di qualsiasi altra organizzazione di matrice islamica, non abbia niente a che fare con l'Islam è un po' come sostenere che i massacri delle Crociate non avessero niente a che fare con il Cristianesimo, che le torture mortali della Santa Inquisizione non avessero nulla a che fare con la Chiesa, o che il massacro dei Càtari e dei Valdesi in Europa, come quelli degli Indios in Sud America o in Asia, non avessero niente a che fare con il Cattolicesimo.
Non si può addurre come giustificazione il fatto che "nell'Islam, la stragrande maggioranza delle persone sono buone e i terroristi sono una minoranza".
Se è per questo, alla Quinta Crociata ha partecipato pure San Francesco d'Assisi; senza armi, sia chiaro, solo per predicare il Vangelo e portare conforto, ma c'è andato.
Questo fa della sanguinaria Quinta Crociata un evento diverso, forse? O vuol forse dire che i Cristiani non debbano comunque dissociarsi dai fiumi di sangue innocente che hanno versato?
Questo fa della sanguinaria Quinta Crociata un evento diverso, forse? O vuol forse dire che i Cristiani non debbano comunque dissociarsi dai fiumi di sangue innocente che hanno versato?
Il fatto è che è sempre esistito un legame forte tra religioni e stragi di innocenti: sempre.
E la Sinistra lo sa meglio di chiunque altro, posto che lo stesso Marx, che notoriamente chiamava la religione "oppio dei popoli", la riteneva -- non a torto -- uno strumento di oppressione e di coercizione delle masse; e non avrebbe certo fatto sconti all'Islam.
Se le altre due Religioni del Libro sono oggi considerate "compatibili" con i valori della laicità e della democrazia, è soltanto per un motivo: perché nei secoli sono passate attraverso un processo di riforma.
Non per altre ragioni. Non erano affatto migliori dell'Islam, che proprio da quelle due fedi discende, tra l'altro.
E così oggi, benché ci siano e ci saranno sempre quattro gatti fondamentalisti, ormai quasi nessuno, tra gli Ebrei, crede che un uomo che raccolga legna di Sabato meriti di essere lapidato a morte.
Quasi nessuno, tra i Cristiani, ritiene che un uomo, anche se è buono, meriti comunque le fiamme dell'inferno solo perché non è Cristiano.
E' stato questo processo di riforma, e nient'altro, a compiere il miracolo: rendere una religione -- che, per definizione, è un sistema di regole assolutista e per nulla aperto al dialogo ed alla tolleranza di opinioni diverse dalla propria -- compatibile con la laicità dello Stato e con il sistema di valori della democrazia.
Di conseguenza, questo processo di riforma DEVE avvenire anche per l'Islam.
Ad oggi, difendere sia "l'Islam così com'è" che la laicità dello Stato è una cosa che non ha alcun senso logico.
E allora la Sinistra con quanta disonestà intellettuale da una parte scende in piazza a chiedere (giustamente!) parità di diritti per gli omosessuali e dall'altra sputa veleno ed inveisce contro -- definendolo "razzista" -- chi chiede a gran voce una riforma dell'Islam, perché non lo ritiene compatibile con i princìpi della democrazia?
Si rende quindi necessario che tutti riconoscano i propri catastrofici errori:
- gli Occidentali con il colonialismo e poi con l'imperialismo capitalista ed il terzomondismo socialista (la versione dell'imperialismo in salsa rossa, ma nient'affatto meno perniciosa e deleteria);
- il mondo musulmano con la sua testarda tendenza a bollare e liquidare come "occidentale" qualsiasi principio non rientri strettamente nell'alveo della Tradizione Islamica: inclusa la democrazia, la separazione tra potere materiale e potere spirituale, l'istruzione delle masse, la parità uomo-donna, la libertà di orientamento sessuale, la libertà di parola, e così via.
Senza questi due elementi, personalmente, trovo che sarà difficile un qualsiasi futuro che non sia di guerra o quantomeno di forte attrito, tra mondo islamico e mondo occidentale.
Se la critica interna all'Occidente è già in atto da decenni, si può oggi dire che, per fortuna, anche sul fronte della critica interna all'Islam le cose negli ultimi anni stiano cambiando rapidamente.
Dalle prime, timide voci isolate, oggi finalmente un numero sempre crescente di giornalisti, blogger, opinionisti, politici e comuni cittadini di fede islamica sta coraggiosamente alzando la testa.
Affronterò questo tema in un post successivo, però; così non mi dicono più che scrivo post troppo lunghi. :-)
Saluti,
(Rio)