Secoli
fa, in Giappone, un ragazzino di 10 anni lavorava presso un rinomato
maestro Zen, svolgendo per lui alcune umili mansioni.
Il maestro aveva diversi discepoli adolescenti, tutti più grandi del ragazzino.
Il
ragazzino li guardava arrivare dal maestro e, dopo essersi messi in
ginocchio e inchinati dinanzi a lui, toccare con la testa i
piedi del maestro. Poi gli chiedevano: "Maestro, ti prego, accettami
come tuo discepolo e dammi qualcosa su cui meditare".
Il maestro dava loro una meditazione e i discepoli andavano via, a praticare la meditazione.
Un
giorno, anche il ragazzino andò dal suo datore di lavoro, il maestro
Zen, gli si inchinò davanti, toccò con la testa i piedi del maestro e
poi gli disse: "Maestro, ti prego, accettami tra i tuoi discepoli e
dammi qualcosa su cui meditare."
Il maestro sorrise, per via della giovane età del ragazzino, ma decise comunque di assegnarli uno dei Kōan Zen più noti. Gli disse: "Va' e scopri il suono prodotto da una mano soltanto".
Il
ragazzino andò via e, poco dopo, tornò dal maestro, dicendo: "Maestro,
ho sentito il suono del vento tra le foglie." E il maestro: "E allora la
mano cosa c'entra?" Il ragazzino non seppe rispondere, per cui il
maestro gli disse: "Non è quello del vento il suono che devi scoprire.
Continua a cercare." E lo congedò.
Più volte il ragazzino
tornò da suo maestro e più volte il maestro gli disse: "No; non è questo
il suono che devi trovare. Torna a cercare e ascolta; ascolta meglio".
Un
giorno, tuttavia, il maestro si accorse che il ragazzino non tornava.
Dopo un po', i suoi discepoli si dissero preoccupati che potesse
essergli capitato qualcosa e, quando l'assenza del ragazzino si
protrasse troppo a lungo, il maestro acconsentì che i discepoli
andassero a cercarlo.
Poco dopo, i discepoli tornarono e
dissero di averlo trovato sotto un albero poco distante a meditare, ma
che non avevano osato disturbarlo perché il suo volto sembrava quello di
un Buddha risvegliato, un illuminato.
Il maestro, allora, chiese loro di portarlo nel luogo in cui il ragazzino stava meditando.
Quando il maestro vide il ragazzino, non ebbe più dubbi.
Quindi, si inchinò a toccare i piedi del ragazzino con la propria testa e gli
chiese: "E così è vero? Hai dunque scoperto il suono prodotto da una
mano soltanto?"
Ed il ragazzino rispose: "Sì, maestro; ma è un suono privo di suono."
(Citato da Osho Rajneesh nel suo "The Book Of Secrets" - La traduzione dall'inglese è mia).