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domenica 17 giugno 2018

Quattro miti sul raggiungere il successo nella musica a cui gli artisti credono (di Krizel Minnema)


Salve.

Con un MBA in Music Business al Berklee College of Music di Boston, Krizel Minnema è una giovane imprenditrice che si occupa di strategia di marketing digitale. 


E' anche la curatrice di "Music Road", un blog tematico in lingua inglese che si occupa di questioni relative alla costruzione della carriera discografica di artisti esordienti. 

Pubblico di seguito una sintesi tradotta (da me) di un suo interessante articolo comparso di recente su alcuni siti, dal titolo "Quattro miti sul raggiungere il successo nella musica a cui gli artisti credono". 


L'articolo originale in inglese lo si trova, ad esempio, qui.



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Quattro miti sul raggiungere il successo nella musica a cui gli artisti credono
("Four Myths Musicians Believe About Succeding In The Music Business")
di Krizel Minnema


Da anni, glamour e lusso rappresentano il modo prevalente in cui gli artisti percepiscono l'industria della musica. Anche il modo in cui i pochi artisti vengono scoperti viene visto come una sorta di coincidenza possibile.
Questo, per gli aspiranti artisti, si traduce in due cose: primo, il successo viene percepito come vivere una vita da milionari, immersi nella fama. Secondo, per arrivare a questo successo, bisogna continuare a girare, sino a quando non si incontra il discografico giusto che ti metta sotto contratto.

Di conseguenza, ci sono quattro grandi miti sul successo nell'industria discografica a cui i musicisti finiscono per credere e, sfortunatamente, questa fede cieca finisce per metterli sulla via del fallimento.



MITO n.1
Se uno fa concerti a sufficienza, potrebbe finalmente venire scoperto dal discografico giusto.


Certo, è così che artiste come Rihanna e Taylor Swift sono state scoperte. Ma di tutti i musicisti che vengono scoperti, in realtà pochissimi ce la fanno. Ciò nonostante, gli artisti continueranno a fare concerti in quanti più posti possibile. Alcuni di loro arriveranno anche a girare video di cover ed originali postandoli sul loro canale YouTube, sperando di diventale il prossimo evento virale.

Il problema di questo approccio è che si tratta di una logica da "gratta e vinci". Non ha un obiettivo mirato, è inopportuna e non funziona quasi mai. Io chiamo questi musicisti gli "artisti da lotteria".

Fare concerti e condividere la propria musica deve diventare un atto strategico e mirato. Per esempio, i Civil Wars hanno cominciato suonando in piccole aree molto specifiche. La loro strategia consisteva nell'offrire un EP registrato dal vivo in cambio di email e codici postali. In questo modo, hanno conquistato oltre 500mila sottoscrittori! Così, non soltanto erano direttamente collegati con i loro fans, ma sapevano anche dove i loro fans vivessero, in modo tale da costruire i tour specificatamente intorno a loro. Questo è un modo di fare tournée strategico e mirato, invece che causale.

Risultato? Sono diventati un successo suggellato da un Grammy Awards; il tutto senza una grande casa discografica a sostenerli.
In realtà, le case discografiche nemmeno più cercano nuovi talenti. Cercano figure note che abbia già un nutrito seguito.
Prendete, ad esempio, Bhad Bhabie: non ha alcuna esperienza come rapper. Ha però ottenuto in tv qualche comparsata in alcune puntate del Dr Phil Show [talk show di intrattenimento americano, in onda sulla CBS, ndt] e poi è diventata una celebrità del web. Solo dopo, le è stato offerto un contratto discografico dalla Atlantic.


MITO n.2

Il successo si può raggiungere solo con una major label

I Civil Wars, Chance the Rapper, Dodie, KING, Ingrid Michaelson e Kina Grannis, tra molti altri, sono tutti artisti indipendenti che non hanno un contratto con una major label. Ciò nonostante, guadagnano ancora importi a sei o persino a sette cifre dalla loro musica. Al di là dei loro compensi, sono in grado di lavorare a tempo pieno creando musica e sono in grado di pagare tutti i loro conti. Per molte persone, questa cosa si chiama successo.

Al giorno d'oggi, venire scoperti è un po' come vincere alla lotteria. E, ancora peggio, anche se finisci sotto contratto, le case discografiche non sono affatto obbligate a far uscire un tuo disco. In realtà, solo lo 0,2% degli artisti sotto contratto riesce ad evitare di venire scaricati dalla casa discografica. Il che vuol dire che c'è un 99.8% di possibilità di fare fiasco anche se si è firmato un contratto. Inoltre, Moses Avalon ricorda che il 99% degli artisti sotto contratto non pubblica mai un disco.

Uno potrebbe pure pensare: "Ma io sono diverso. Il mio è talento vero e devo solo venire scoperto." Sono certa che questo sia corretto per molti di voi, ma uno semplicemente non può investire su una coincidenza per ottenere un contratto. Se si comporta così, non fa altro che aumentare le sue probabilità di fallire. La realtà è un'altra: i musicisti di successo sono astuti e strategici, riguardo a come promuovere se stessi e far crescere la propria base di fans.


MITO n.3
Per raggiungere il successo, i musicisti devono solo concentrarsi sulla loro musica, anche se muoiono di fame

Questo non è solo un problema per i musicisti, ma per tutti gli artisti. L'atteggiamento problematico che molti artisti hanno è "Se ami fare qualcosa, non la faresti anche gratis?" e deriva dall'idea che essere poveri voglia dire avere più passione e più autenticità. Non potrebbe essere più sbagliato.
Sotto sotto, è una scusa per non pensare in modo strategico e provare a fare le cose meglio. Di conseguenza, si convincono che le vere opportunità verranno loro offerte da qualcuno. "La vera arte viene scoperta", pensano. Un'opportunità, invece, va creata, non viene offerta. L'industria discografica sta cambiando e questo richiede un cambio nella mentalità degli artisti, il che conduce al prossimo mito.


MITO n.4
Se l'industria discografica è morta, ma allora perché tentare?

A partire dal file sharing peer-to-peer (pensate a Napster) nei primi Anni 2000 sino alla crescente industria del music streaming odierna (vedi Spotify) le vendite di CD hanno subito un tracollo verticale. La domanda di musica, tuttavia, non ha subito la stessa sorte.
Anzi, la gente ascolta oggi molta più musica di una volta. In realtà, innumerevoli ricerche universitarie hanno dimostrato come lo streaming ha aumentato l'interesse per la musica consumata.
In altre parole, lo streaming allarga la gamma di possibilità d'ascolto di un fan e in alcuni casi aumenta, successivamente, anche il loro interesse a comprare CD o addirittura vinili.

Persino la musica composta centinaia di anni fa sta vivendo una stagione di ritorno in questa industria discografica in evoluzione; il tutto grazie allo streaming. Nel 2016, un disco con la musica di Mozart (sì, Wolfgang Amadeus Mozart) è stato tra i più venduti dell'anno.
Il modo in cui i fans consumano musica oggi è completamente diverso da come lo facevano nei primi Anni 2000. Oltre al come consumano, anche il quanto sta cambiando. Ciò implica che gli artisti devono diventare creativi, per ciò che riguarda il modo in cui raggiungono la loro base di fans e vendono la loro musica.

Beyoncé ha creato un album visivo. Chance the Rapper regala la sua musica e guadagna solo dai suoi tour. Kina Grannis ha condotto una campagna di fondi su Patreon per fondare la propria etichetta discografica insieme ai propri fans. I Radiohead hanno pubblicato un disco con il modello di business "paga quello che vuoi" ed hanno fatto più soldi in quel modo di qualunque altro album pubblicato nello stesso anno da una major label. Grazie al cambiamento nello scenario digitale, ci sono più opportunità di connettersi con i fan e di avere successo nell'industria discografica.

Come musicisti, potete costruire un piano tangibile e strategico per avere successo nell'industria discografica. Tutto comincia dal passare dalla mentalità del "musicista da lotteria" a quella di "musicista delle opportunità".


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Saluti,

(Rio)