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domenica 27 ottobre 2013

L'Italia ti spezza il cuore (Italy Breaks Your Heart) - di Frank Bruni

Frank Bruni
Salve.

Pubblico qui una (mia) traduzione di un articolo ad opera di Frank Bruni, editorialista del New York Times, comparso sull'edizione del 26/10/2013. 

A mio avviso, l'articolo è importante perché mette bene a fuoco alcuni aspetti chiave della crisi italiana che ancora appaiono confusi a molti miei connazionali in Italia.
Ovviamente, in fondo alla traduzione trovate anche il link all'articolo originale.






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L'Italia ti spezza il cuore
("Italy Breaks Your Heart")
di Frank Bruni

Al mio ritorno in Italia, la mia prima sera ad una festa a Milano, ho visto ed ascoltato una coppia professionalmente affermata e prossima ai 50 anni programmare la fuga da un Paese che amavano ma nel quale avevano perso la fede.
Hanno liberato lo spazio dai piatti, aperto un computer portatile e cominciato a dare un'occhiata al mercato immobiliare di Londra, dove ad uno di loro era stato offerto un trasferimento. 
I prezzi li hanno sconvolti, ma non scoraggiati. Hanno un figlio di dieci anni ed hanno paura che l'Italia, con il suo tasso di disoccupazione giovanile al 40% ed un'economia la cui apatia sembra esser diventata la nuova normalità, non prometta a lui un futuro particolarmente fulgido.

Due giorni dopo e circa 200 miglia a sud-est di Milano, è stata un'anziana signora italiana -- sulla settantina, immagino -- a cantare il suo country blues. Stavo pranzando su una cima appenninica nelle Marche e, con una salsiccia di cinghiale di fronte a me ed un castello marchigiano sulla mia testa, avrei potuto convincermi di essere in paradiso. "In un museo", mi ha corretto lei. "Sei in un museo ed in un giardino biologico. Questa è diventata l'Italia. -- ha detto -- Ogni anno il Paese perde una qualche meraviglia o un pezzo della propria rilevanza".

Dato che io sono stato abbastanza fortunato da aver vissuto qui una volta, e per via del fatto che ci torno spesso, sono ben abituato al pessimismo teatrale degli Italiani, al loro innato talento per la lamentela. 
E' una specie di sport, una sorta di operetta, messa in scena con tanto di gesticolare svolazzante ed intonazione musicale e, nel passato, con il sottinteso che non ci sarebbe davvero altro posto in cui vorrebbero trovarsi.

Ma l'aria lirica si è rivelata diversa, questa volta. L'umore dell'intero Paese non è lo stesso. Chiedi agli studenti italiani cosa li attenda alla fine del loro corso di laurea e loro ti rispondono con un'alzata di spalle. Chiedi ai loro genitori quando o come l'Italia riuscirà a invertire la rotta ed ottieni la stessa espressione perplessa. Senti parlare più di quanto non sentissi solo dieci o persino cinque anni prima di emigrare in Gran Bretagna o in USA. Vedi meno fiducia nel domani. 

La cosa mi ha allarmato ed anche spaventato, perché io arrivavo in Italia direttamente dal default federale americano, ed ho osservato il malcontento italiano attraverso il filtro delle difficoltà in USA, elaborandolo come un monito per noi Americani.

L'Italia è quello che accade quando un Paese conosce sin troppo bene i propri problemi ma non sa evocare a sé la disciplina e la forza di volontà necessarie per risolverli.
E' ciò che accade quando la disfunzione della politica diventa sempre più opprimente e la buona governance diventa un miraggio, un mito, uno scherzo. 
L'Italia procede per inerzia aggrappandosi alle sue incredibili benedizioni invece di edificare su di esse, e perde slancio in un'economia globale animata da concorrenti più determinati. 
Suona familiare?
C'è così tanta bellezza e potenzialità qui, e così tanto spreco. L'Italia ti spezza il cuore.

E non solo soltanto le vicende di Silvio Berlusconi. La sua recente condanna definitiva per frode fiscale, unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per diversi anni, non hanno prodotto quel senso di sollievo e di nuovo inizio che ci si sarebbe aspettati.  
Hanno invece obbligato gli Italiani ad ammettere che, mentre lui sperperava tempo, peggiorava i problemi e si comportava come un intrattenimento buffonesco e da cartone animato, i problemi di fondo del Paese -- una normativa intricata e una burocrazia barocca che soffocano le imprese, un sistema chiuso di favoritismi che contrasta l'iniziativa privata, la corruzione ed il cinismo che ne consegue -- lo sormontavano.

Nel secondo trimestre del 2013, il debito pubblico italiano è salito al 133% sul PIL, il secondo più alto dell'Eurozona, superato solo da quello greco. La diminuzione del PIL italiano di circa 8% dal picco registrato prima della crisi è peggiore di quello di Spagna e Portogallo.
Non si è ancora visto alcun segno di ripresa, anche se un modesto miglioramento potrebbe finalmente arrivare più in là quest'anno.

Ma non lasciate che i numeri misurino la deriva italiana.
Piuttosto, scendete dal treno super-veloce (che è bellissimo) o uscite dall'autostrada e viaggiate sulle strade secondarie, lasciandovi andare nella decadenza. 
O cercate di gettare la vostra coppetta di gelato vuota in uno dei cestini della spazzatura nella celebrata capitale del Paese, Roma. Apparentemente sono sempre pieni o straripanti. Quello in cui mi sono imbattuto io vicino la Camera dei Deputati una sera era rimasto non svuotato per così a lungo che la gente lasciava l'immondizia alla base del cestino, da cui fuoriusciva una collinetta di spazzatura: l'ottavo colle di Roma. 
In una città il cui bilancio risicato e le inefficienze sono lo specchio del Paese, la spazzatura è diventata un problema serio, un sintomo dello stato di salute incerto del proprio apparato politico.

Martedì ho fatto visita al dottore che si occupa del caso. Si chiama Ignazio Marino. A giugno è stato eletto nuovo sindaco di Roma battendo il candidato di Centrodestra sostenuto da Berlusconi, con un notevole 64% dei voti, che suggerirebbe la smania degli Italiani per qualcosa di nuovo. 
Marino, 58 anni, è entrato in politica solo sette anni fa, ed ha trascorso tutta la sua vita professionale sino a quel momento come chirurgo specializzato in trapianti di fegato (benché si sia anche occupato di reni e pancreas) ed ha vissuto per la maggior parte del tempo in Pennsylvania.
Mi ha detto che amministrare Roma non è diverso dal portare avanti uno dei suoi interventi chirurgici.
"Un'emergenza controllata", ha spiegato.


(Frank Bruni)
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Pubblicato sul New York Times del 26 Ottobre 2013 

Link all'articolo originale ("Italy Breaks Your Heart"):
http://www.nytimes.com/2013/10/27/opinion/sunday/bruni-italy-breaks-your-heart.html


Saluti,

(Rio)