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sabato 13 aprile 2013

Commento agli Otto Punti per l'Italia proposti da Attac Italia

Salve.
Circola da oggi (venerdì 12 Aprile 2013) un breve documento di otto punti elaborato da Antonio Tricarico e Vittorio Lovera dell'Associazione AttacItalia che suggerisce otto punti per cambiare il Paese in 100 giorni. 
Il documento originale è disponibile, ad esempio, qui

In questo mio post, mi permetto di commentare gli otto punti indicati da Tricarico e Lovera che, come prevedibile, ricalcano una visione fortemente statalista e pubblica del Paese e dell'economia.


Punti 1 e 2: sostanzialmente, si ripropone la ristrutturazione del debito. Sono contrario e il perché l'ho spiegato in diversi post di questo mio blog; ma, soprattutto in due: questo e questo.

Punto 3: è un controsenso. Da una parte si chiede di rendere di nuovo pubblica Cassa Depositi e Prestiti, quando poi si riconosce che il controllo di CDDPP è attualmente detenuto dalle fondazioni bancarie, un'anomalia tutta italiana di enti "senza fini di lucro" in mano... ai politici! Allora che vogliamo fare, non ho capito...?

Punto 4: è solo un atto formale, in realtà. Si tagliano i tassi di 3 punti per permettere un maggiore indebitamento degli EELL, ma si tagliano anche i guadagni della CDDPP che sarebbe nel frattempo diventata pubblica. E' una partita di giro, che trasferisce più soldi agli EELL, ma non cambia la situazione di indebitamento pubblico complessiva.
Ma c'è anche un altro aspetto da considerare: gli EELL (lo hanno ribadito persino i saggi di Napolitano) devono imparare ad utilizzare i Fondi Strutturali, non indebitarsi in prestiti agevolati di CDDPP. I Fondi Strutturali non hanno interessi, ma richiedono più lavoro di pianificazione e di rendicontazione. Per questo gli EELL non li sfruttano appieno. Secondo me, questa è la strada. Altro che prestiti CDDPP.

Punto 5: non ho capito. Chi e come paga l'acquisizione del credito fondiario da Morgan Stanley? Poi, perché per "decreto legge"? I decreti legge sono provvedimenti di massima urgenza, che devono comunque essere "convertiti in legge" (ossia convalidati) dal Parlamento entro 30 giorni, se no decadono. Non si possono mica usare per acquisire Fonspa.

Punto 6: è semplicemente stupido. Forse va fatto comunque per rispettare la volontà referendaria, ma rimane una cosa stupida. L'acqua non è mai stata "privata". Ci sono Enti che affidano la gestione dell'erogazione del servizio idrico a società a capitale interamente pubblico, a capitale misto pubblico/privato o a capitale solo privato. 
Il problema non è tanto la proprietà del capitale, ma i criteri di selezione e, soprattutto, il contratto di servizio stipulato con il gestore, che stabilisce standard di qualità e penalità/sanzioni, in caso di violazione di tali standard. 
Ancora una volta, gli Enti vogliono il gestore interamente pubblico solo perché -- diciamolo! -- non sanno scrivere i contratti di servizio e preferiscono, per ragioni politiche, non avere problemi nel servizio, anche se la gestione interamente pubblica può comportare maggiori sprechi.
La strada, secondo me, è che gli Enti imparino a redigere contratti di servizio adeguati. In quel modo, avremmo buoni standard e pochi sprechi, quale che sia la composizione societaria del gestore. 
Senza contratti di servizio scritti bene, possiamo solo scegliere tra un pubblico che spreca ed un privato che ruba. Non mi pare una grande libertà di scelta.

Punti 7 ed 8: certo, come no. Così tutti gli investitori finanziari ed i loro capitali andranno altrove, mentre l'Italia perderà anche il gettito dall'attuale 21%. Un colpo di genio.

Saluti,

(Rio)