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martedì 14 giugno 2011

Il popolo degli addormentati (e voglio essere buono)

Salve.

Una volta si diceva: "Italiani, popolo di poeti, santi e navigatori".
Non so che fine abbia fatto quel popolo, ma io non lo vedo più da tempo.
Quello che io vedo ed ascolto oggi è un popolo molto diverso.

Da una parte - l'ho già detto diverse volte - vedo una classe politica pavida, cinica, opportunista e senza ideali né rispetto, incapace di prendere qualsiasi decisione impopolare, per il timore di assumersene le conseguenze in termini di ricaduta elettorale.
Dall'altra, c'è un popolo spesso infantile, che invoca a gran voce riforme sempre più pressanti, a condizione che siano soltanto gli altri a pagarne il prezzo.

Una schiera di corporazioni attaccate ai propri privilegi, a Destra come a Sinistra, che maschera il proprio egoismo sociale dietro insensate ed incoerenti rivendicazioni di difesa della libertà e della democrazia, spesso con una retorica patriottica o partigiana del tutto fuori luogo.

Queste corporazioni, consapevoli che l'adozione di soluzioni reali ai problemi del Paese comporterebbero necessariamente rinunce e sacrifici anche da parte loro, preferiscono rifugiarsi nei sogni o nella demagogia.

E così, se a Destra si torna a sognare l'Uomo della Provvidenza, Silvio Berlusconi, che "rimetta le cose a posto", a Sinistra si indugia ancora nel mito del modello sociale che dia giustizia a tutti senza togliere a nessuno, come se davvero una cosa del genere fosse possibile. O che quantomeno, tolga solo a "quelli là", dove "quelli là" sono i ricchi, i politici, gli imprenditori, e chiunque sia sufficientemente lontano e diverso da noi da far apparire il sacrificio, in fondo, equo.

Più la situazione si fa difficile ed i problemi del Paese pressanti e trasversali, più gli Italiani si rifugiano nel sogno di soluzioni idilliache e senza mezze misure. Ecco che si riafferma con forza la xenofobia leghista, il sogno della società "etnica" unita nella cultura cattolica; ecco che riemerge il mito del comunismo; ecco che ritorna la leggenda ecologista di una società industrializzata che produce l'energia di cui ha bisogno esclusivamente dal sole e dal vento (o quasi).

Sono miti che seducono, e che sedurranno in ogni tempo. Ma sono solo dei miti, delle utopie che dovrebbero, in una società matura ed informata, lasciare il posto ad approfondimenti e riflessioni serie sulla loro reale possibilità di attuazione, sui loro limiti, sui trabocchetti e sugli interessi forti che potrebbero celare.

In Italia, in un'era che dovrebbe essere post-partitocratica, post-ideologizzata, tutto questo non c'è; o non c'è ancora. C'è invece una grande superficialità, un desiderio smodato ed irrefrenabile di sognare ad occhi aperti un mondo impossibile, e la voglia puerile di immaginare con tutte le proprie forze che questo mondo diventi realizzabile soltanto perché "ci si crede tutti insieme", come in un mega-trip psichedelico.

Ed ecco che Silvio Berlusconi, uno scaltro imprenditore craxiano senza troppi scrupoli, diventa nell'immaginario collettivo "l'uomo che sa cosa bisogna fare e come va fatto". Un'immagine che ha completamente oscurato i reali interessi del "Cavaliere", e senza bisogno di alcuno sforzo da parte sua.
E così, il sogno del milione di posti di lavoro, le sue reiterate promesse, quasi mai mantenute, Berlusconi le ha rifilate al popolo degli addormentati con una facilità disarmante; da brivido.

Solo una parte del Paese, quella che stava "dall'altro lato dello schieramento politico", non ci è cascata, perché era stata colpita, offesa e danneggiata dalla propaganda di Berlusconi.
Ma sia chiaro che anche quella parte aveva ed ha ancora una gran voglia di lasciarsi andare. Anche quella parte è alla ricerca di qualcuno che la smuova, che le regali un brivido.
Poco importa se viene letteralmente presa per il culo con altrettanta disinvoltura. Qui ciò che serve è la passione, quella che non fa pensare, quella che ti acceca, così non puoi guardare la realtà in faccia.
E la realtà, signori miei, è ben più sconsolante.

La realtà è che, correndo dietro ai sogni, siano essi berlusconiani, neocomunisti o pseudo-ecologisti, il Paese sta perdendo un treno dopo l'altro, rispetto al resto d'Europa, e rischia di finire davvero male.

L'Italia degli Anni '10 del Terzo Millennio è come una tardona che passa di infatuazione in infatuazione, e non si accorge che il tempo passa e che presto, molto prima che possa rendersene conto, sarà vecchia.
Questa tardona ha troppa paura di prendere coscienza della propria condizione; è troppo spaventata dal pensiero di quanta fatica ci voglia per evitare la sorte spiacevole che teme di subire.
E allora si rifugia nel sogno infantile di una realtà idilliaca raggiunta senza sforzo.
Il sogno è comodo: ti mostra solo i traguardi, non ti fa percepire il sudore e le lacrime che devi versare per realizzarli.
Nel sogno è tutto bello, tutto facile, anche perché il prezzo è già stato pagato.

Ed ecco che la Sinistra si innamora della demagogia giustizialista di Italia dei Valori. Poco importa che il partito di Di Pietro sia uno scherzo di cattivo gusto persino per i suoi stessi parlamentari, che lo utilizzano come trampolino di lancio verso chissà quali altre fantomatiche carriere (sognano anche loro)...
Lui, Tonino, è l'Uomo di Legge (con amicizie e trascorsi discutibili, ma - ripeto - lasciateli sognare!), che ripristinerà il Senso dello Stato e la Legalità in Italia.
Tranne per sé e per suo figlio.
(mannaggia, proprio non ce la faccio a lasciarmi andare...)

Ed ecco che il Popolo Italiano (possiamo ancora chiamarlo così?) sogna un mondo di acqua pubblica... E lasciamo perdere il leggerissimo dettaglio che nessuno dei referendum riguardava la "privatizzazione dell'acqua", ma solo partecipazione dei privati alla gestione dei servizi idrici locali (e non solo idrici).
Dieci anni fa, quello stesso Popolo Italiano amava il privato; tutto andava privatizzato, cartolarizzato. Ora lo odia: il privato è male. Il privato cela interessi occulti. Il privato è lucro. Tutto va reso pubblico.
E pochi che guardano a cosa fa il resto del mondo. E nessuno che si ponga il problema vero: quello dei sistemi di selezione dei soggetti e dei meccanismi di controllo sulla gestione, senza i quali il tutto si riduce a scegliere tra un pubblico che spreca o un privato che lucra.

Dulcis in fundo, l'antinuclearismo. L'ultimo dei sogni italiani, in ordine di tempo. Quello che evoca lo spettro di Fukushima, di Černobyl, di Three Miles Island...
Il nucleare è il male assoluto. Il nucleare ci ucciderà tutti.

Va bene; allora non si fa.
Ma qualcuno si è chiesto - seriamente - quale sia l'alternativa al nucleare, oggi?
Oggi la sola alternativa sono i combustibili fossili, ovviamente.
La neo-verde Germania, addirittura, punta su una fonte energetica tutta nuova a pulitissima: il carbone.  :-)

Ma questa non è una risposta soddisfacente da dare ad un sognatore. Il sognatore vuole di più. Il sognatore vuole essere parte di qualcosa di bello, di grande, di nuovo e di pulito.
Prendiamo allora una manciata di tecnologie immature ed ancora largamente sperimentali, tutt'altro che scevre da problemi e da controindicazioni, e le spacciamo per LA soluzione alternativa.
Ecco: abbiamo dato al sognatore la terza via.
Ora può dormire sereno.

Poco importa se questa fantomatica terza via sia praticabile o meno.
Anzi, per confondere meglio le acque, diciamo che non una, bensì un mix di queste tecnologie alternative è la risposta.
E' un po' come nella finanza derivata, quando le S.I.M., per liberarsi di crediti commerciali ad alto rischio, li rimescolano ad altri tipi di titoli di credito nei cosiddetti "titoli salsiccia", le famigerate CDO, e le rimettono sul mercato in questa nuova veste: se prima erano in cento a capire il loro valore reale, ora saranno sì e no i due o tre più svegli.

E così, si sogna di qua e si sogna di là.
Pochi pensano, ancor di meno esprimono dubbi: chi fa un bel sogno detesta essere disturbato e il dubbio, per chi tifa a cervello spento, è più fastidioso di una zanzara in una notte d'estate.
Alla fine, parla solo chi proprio non ce la fa a stare zitto.

Da una parte e dall'altra, tanta passione e tanto tifo da stadio. Ma riflessioni, ricerche, letture poche; e quelle poche spesso strumentali.
Non che conti granché, sia chiaro: dormono tutti.

E in mezzo alle due gradinate di Ultras, tra i vari "Il governo a Dicembre ha tenuto! Rosica, Sinistra!" e i vari "Abbiamo vinto le amministrative e i referendum! Tie', Destra!", il Paese va, dolcemente, a puttane.

Buonanotte e sogni d'oro a tutti,

(Rio)

PS. A tal proposito, mi permetterei di suggerire una lettura illuminante: il corsivo di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere della Sera del 12/06/2011, dal titolo "I tre veri pilastri della conservazione".