GA_TagManager_Container

lunedì 25 gennaio 2010

Siamo seri: "Avatar" sarebbe un grande film di fantascienza?

Salve.
Non è difficile prevedere che "Avatar", il kolossal di fantascienza di James "Jim" Cameron, farà incetta di premi Oscar, anche rubandoli a film diversi e probabilmente più meritevoli, come "Invictus" del grande Clint Eastwood.
Ci sono alcuni premi che sicuramente il film di Cameron merita: fotografia, effetti visivi, effetti speciali, montaggio sonoro, missaggio sonoro e non so se la tecnologia adottata per girare il film consenta ad "Avatar" di portare a casa anche la statuetta per i costumi e/o il miglior film di animazione... Boh, forse no.

Ciò nonostante, da vero appassionato di fantascienza, proprio non capisco tutto questo entusiasmo intorno ad un film che, sì, può anche offrire un'esperienza simile ad un trip di LSD (e non vengano a dirmi che non si sono ispirati alle descrizioni di Aldous Huxley ed a quelle di Timothy Leary, perché semplicemente non ci credo), ma è pur sempre caratterizzato da una storia banale, prevedibile ben oltre i limiti dello scontato. I personaggi sono superficiali, stereotipati, alcuni delle vere macchiette, ed il film è infarcito di tanti cliché hollywoodiani quanti se ne possono oggettivamente inserire in tre ore di pellicola.

La sceneggiatura è banale e la trama anche di più. Persino le "trovate" fantascientifiche (il pianeta Pandora che è una gigantesca rete neurale, i fili d'erba che fanno da connettori, ecc...) sono tutte idee rubate a racconti di fantascienza vecchi di decenni.

Un grande film, a prescindere dal genere, deve avere una grande storia (e, per favore, qualcuno lo dica ai francesi, che si ostinano a girare film d'essai fatti semplicemente di quotidiano: film uguali alla vita vera, in cui non succede praticamente niente).
"Avatar", non ce l'ha.
Un grande film, a prescindere dal genere, deve avere una sceneggiatura che evidenzi il fascino di personaggi intriganti, interessanti. Gente che pensa come il rappresentante della multinazionale di "Avatar" nel mondo reale non la vedi mai, se non fuori al Chiringuito [un localaccio di Bari], ma solo dopo la quarta Peroni, vuoto a rendere.

Limitandoci al genere sci-fi, sono ben altri i film che secondo me, hanno (o, in alcuni casi, avrebbero) meritato riconoscimenti.
Ne cito alcuni, in nessun ordine particolare:

Tratto da un racconto breve del grande maestro del genere Philip K Dick, “Paycheck”, con Ben Affleck e Uma Thurman, è uno dei film di fantascienza con le trame più intriganti che io abbia mai visto. All'inizio non si capisce un tubo, come in “The Matrix” (altro grandissimo film del genere), ma man mano che la trama si sviluppa, il film si rivela notevole. Ve lo consiglio, se vi piacciono i gialli.

L'Esercito delle 12 Scimmie” è un film davvero stupendo, con un eccellente Brad Pitt che riscatta l'imbalsamato Bruce Willis, che ruota intorno al desiderio di normalità che è in ogni uomo.

Splendido è anche “Vanilla Sky”, con Tom Cruise, Cameron Diaz e Penelope Cruz; e così anche “Alien” (il primo), con Sigourney Weaver.

C'è poi “Strange Days”, film di fantascienza con Angela Basset ambientato... nel Dicembre del 1999: i primi dieci minuti di quel film sono l'inizio più adrenalinico mai visto in un film del genere. Peccato che poi il film un po' "si siede", pur restando sempre brillante.

Poi, molto bello è anche “Brainstorm”, un vecchio film con Christopher Walken che ha elementi simili a “Strange Days” (vedere per credere), ma con una storia che va in una direzione diversa ed un ritmo più lento.

Più di recente, ho trovato fatto bene “Io sono leggenda” con Will Smith e “I Surrogati” con Bruce Willis (anche questo ispirato ad un lavoro di PKD, per la verità non uno dei suoi migliori libri).

Ben fatti anche "Linea Mortale" con Kevin Bacon, Julia Roberts e Kiefer Sutherland, “Terminator” (uno) e “Total Recall” con Arnold Schwarzenegger (sempre da un racconto di 'sto benedetto Philip K Dick).

Meritano, secondo me, anche “The Abyss” (attenzione: “The Abyss”, non “Creatura degli Abissi”!), con Mary Elisabeth Mastrantonio e “La Mosca” (uno), quello degli anni '80 con Jeff Goldblum e Geena Davis.

Bello anche “Il Cubo”, anche se claustrofobico.

Poi, oh, ce ne sono due che faranno arricciare il naso a molti, ma sono bellissimi: “Fino alla fine del mondo” di Wim Wenders (lunghissimo e lento, ma bello) e, all'estremo opposto dell'univeso di celluloide, “Starship Troopers”, un film che potremmo definire "commerciale", ma ricco di idee originali.

Meritano anche “L'uomo che visse nel futuro”, film degli Anni '60 con effetti ridicoli, ma una gran bella sceneggiatura, come pure è uno spettacolo “Viaggio Allucinante” (non il remake, parlo dell'originale degli Anni '60).

Ed infine, se non avete mai visto “Stalker” di Andrej Tarkovskij, non sapete cosa succede quando il grande cinema d'autore sovietico incontra la fantascienza. Imperdibile.

Ciao,

(Rio)