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domenica 25 ottobre 2009

Zapatero - Ratzinger: la grande partita dei laici spagnoli

Salve.
Devo confessarlo: da Radicale incallito, un po' mi dispiace di dover scrivere di certe questioni con riferimento ad un altro Paese.
Mi sarebbe piaciuto tanto intitolare questo post "La grande partita dei laici italiani".
In un Paese come il nostro, che ancora si vanta di essere "morale" - salvo poi andare a puttane ed a minorenni da una parte, ed a trans dall'altra - questioni come la laicità di Stato, i matrimoni gay, le adozioni gay, le case popolari ed i sussidi familiari alle coppie gay, il divorzio rapido, il divieto di comportamenti religiosi contrari alla dignità dell'uomo, la regolamentazione della prostituzione e l'antiproibizionismo non si dibattono ancora seriamente.
La nostra classe politica - TUTTA la nostra classe politica - preferisce dormire tra due guanciali, rimandando alle calende greche certe questioni spinose che dividono, che fanno perdere voti, che possono trasformarsi in mine vaganti pronte ad esplodere nel momento meno opportuno.

In Spagna invece, dove c'è un partito di Sinistra con un leader veramente laico (e non un ex boiardo delle partecipazioni statali, ne' un ottuso neo-bigotto che vuol fare una legge per togliere le veline dalla TV), la partita della laicità di Stato si gioca a tutto campo, senza esclusione di colpi.
E' la guerra della potente Chiesa Cattolica Spagnola, pienamente spalleggiata dal Vaticano neo-conservatore del tostissimo Ratzinger, contro una parte della società civile spagnola, che lotta per vedere i diritti dell'uomo prevalere su quelli di Dio.

In prima linea sul fronte laico, accanto all'onnipresente Zapatero, c'è la ministra per le Pari Opportunità, Bibiana Aido (nella foto).
Trentadue anni appena, il più giovane ministro del governo Zapatero, "la Bibi", come dicono la', si autoproclama "una femminista radicale" ed e' la promotrice di una proposta di legge per garantire alle donne dai sedici anni in su il diritto di abortire; per le minorenni, la procedura sarebbe possibile anche in totale riservatezza e senza il consenso dei genitori.
Si tenga presente che in Spagna l'attuale legge sull'aborto consente l'interruzione di gravidanza solo se la salute della madre e' in pericolo, se la madre ha problemi mentali, oppure in caso di gravidanza a seguito di uno stupro. Si mormora che persino la Regina Sofia appoggi questa riforma, anche se il protocollo ufficiale impedisce ai reali qualsiasi uscita pubblica sul tema.

A seguito del giudizio - ovviamente negativo - della Chiesa Cattolica sulla proposta di legge, la giovane ministra ha risposto che, data la mancanza di prove scientifiche a sostegno della tesi che il feto nei primi stadi sia già un individuo, l'aborto non e' una faccenda più seria di un intervento di chirurgia estetica al seno, suscitando cosi' un vespaio di polemiche e la reazione furiosa dei movimenti per la vita cristiani.

Chi scrive, pur essendo Radicale e convinto della necessita' di un approccio legislativo laico in materia di aborto, trova il paragone della ministra un tantino eccessivo... Ma molto peggio che soltanto "eccessivo" dev'essere sembrato a mezzo milione di cattolici spagnoli, scesi in strada a Madrid a manifestare con determinazione contro la proposta della Aido, spalleggiati da una pletora di vescovi iberici che minacciano la scomunica contro i parlamentari che dovessero votare a favore del provvedimento.

Dal canto suo, Ratzinger non e' rimasto a guardare: dal Vaticano e' arrivato un dispaccio che ha ordinato la sostituzione di alcuni alti prelati spagnoli, "rei" di essersi dimostrati troppo moderati in materia di aborto e di tutela della famiglia cristiana tradizionale.
La parlamentare socialista Carmen Monton, nel difendere la legge, ha dichiarato che non avrebbe alcun senso legiferare solo a vantaggio di famiglie equilibrate, in cui c'è dialogo ed armonia tra genitori e figli e che la proposta della Aido e' stata scritta pensando a famiglie disagiate, in cui questo dialogo manca del tutto. Se una ragazza ha bisogno di abortire e non può contare sull'appoggio della propria famiglia, deve esistere un modo dello Stato per sostenerla.

Secondo alcuni sondaggi, il 71% degli Spagnoli non approverebbe questa riforma, giudicata troppo sbilanciata. Ma la proposta forte della Aido non piace nemmeno a tutti i socialisti, che accusano la giovane ministra di averla portata avanti come un elefante in una cristalleria, evitando un dibattito pubblico ed organizzato. Uno degli ex "luogotenenti" di Zapatero si e' anche lasciato andare a commenti severi nei confronti della Aido, definendola "una ragazzina che non ha idea di come si debba agire."

Che si sia a favore della riforma o meno, ciò che colpisce e' che a formulare certe proposte in Spagna non sia un qualche oscuro attivista radicale che ha raccolto firme con un panchetto qua e la' per le strade d'Italia, e che ne pubblicizza i contenuti attraverso radio locali, quotidiani minori e piccoli dibattiti pubblici in cinema di provincia, magari con un intervento prolisso di Marco Pannella.
In Spagna certe proposte passano attraverso i grandi canali della politica. Su certi temi, in Spagna ci sono ministri che - magari per inesperienza (lo stesso Zapatero ha solo 49 anni) - sanno anche mettere da parte il calcolo politico e non hanno timore di avere il 70% della gente contro; per non citare lo stato maggiore della Chiesa Cattolica al completo.

Ho reso l'idea?

Saluti,

(Rio)