GA_TagManager_Container

giovedì 10 settembre 2009

Il giornalismo e la democrazia: differenze e punti in comune tra il caso di Report e quello di AnnoZero.

Ciao.

Qualche riga per commentare l'evento clou di fine estate, ovvero il ritiro da parte della RAI della copertura legale a Milena Gabanelli ed al suo celeberrimo programma d'inchiesta "d'assalto", Report.

Inutile dire che, se la redazione di Report, tutte le volte che viene querelata, deve pagarsi le spese legali da sé, finirà molto presto in bancarotta e chiuderà i battenti. Va bene il coraggio del cronista, va bene la ricerca della verità, anche quando e' scomoda, va bene lo spirito del giornalismo d'assalto, ma pretendere che la Gabanelli faccia la Giovanna D'Arco dell'informazione libera e' insensato.

Senza copertura legale, Report semplicemente non va avanti.

Personalmente, ritengo Report il miglior programma d'informazione ed attualità espresso dal sistema radiotelevisivo pubblico italiano negli ultimi vent'anni; e non mi sbilancio oltre solo perché -- con l'età -- la mia memoria di ferro comincia... ad arrugginirsi.
Io, che non sono di Sinistra, l'ho sempre trovato equilibrato, serio, scevro dai facili populismi che hanno fatto ed ancora fanno la fortuna di tanti programmi d'informazione, accurato nelle fonti, anzi quasi "scientifico" nella documentazione.
In poche parole, per quel poco che valgono pronunciate da un ex pubblicista come me, Report e' un gran bel pezzo di giornalismo tv.

Ne' posso dire di essere "un fan" di Milena Gabanelli, che non buca lo schermo, non ha alcun particolare carisma mediatico ed ha alle volte uno stile algido e distaccato, ma che mostra esattamente quel che ci si aspetterebbe dalla conduttrice di un programma d'attualità equilibrato e serio.

Di serietà in TV ce n'e' davvero poca; nella TV italiana, ancora meno che in quella straniera. Questo rende ancora piu' assurda la decisione di minare alle fondamenta un programma televisivo come Report.

Spero davvero che la RAI, in osservanza ai propri obblighi di sistema radiotelevisivo pubblico, ritorni sulla decisione. Gli internauti, intanto, se vogliono, possono firmare una petizione elettronica qui:

http://www.firmiamo.it/firmaasostegnodireport

Cio' premesso si registra, immancabile come sempre, il tentativo opportunistico di creare un inesistente parallelo tra "Report" ed "AnnoZero". Due programmi TV minacciati dall'establishment politico attuale, e' vero, ma che -- scusatemi -- si fa davvero fatica ad accostare.
Michele Santoro e' semplicemente un uomo politico travestito da giornalista, ovvero un attivista con idee, mi sia concesso, "opinabili", che sistematicamente manipola i fatti o li presenta soltanto da un'angolazione a lui "gradita", al fine di ottenere l'effetto voluto e dimostrare cosi' una tesi precostituita.

Del giornalismo serio di Report, AnnoZero non ha praticamente niente.

Come esempio di tutto questo, si ricordi la puntata sulla crisi israelo-palestinese, quella che fece indignare persino Lucia Annunziata (e mi si venga a dire che la Annunziata e' di Destra, adesso).
Sia chiaro, io non dico che AnnoZero dovrebbe chiudere; solo dovrebbe avere una denominazione diversa: andrebbe cioè presentato come uno spazio politico di parte e non come un programma giornalistico di informazione, perché -- sarò all'antica -- "giornalistico" per me vuol dire ancora "abbastanza imparziale", o che ad esserlo, quantomeno, ci prova.

I vari Emilio Fede, Michele Santoro e compagnia cantante appartengono invece alla schiera del giornalismo politico, un tempo non lontano ritenuto (ed a ragione!) una schiatta di mezzi uomini, di hobbit dell'informazione, di venduti al miglior offerente, di servi della gleba di Montecitorio, se non di veri e propri lacchè.

Si badi, non sto dicendo affatto che Santoro e Fede siano uguali. La schiera dei giornalisti politici e' molto composita: si va dagli attivisti della penna (o, nel caso di Santoro, del video) sino ai veri e propri "culo e camicia" come Fede, con diverse gradazioni in mezzo: opportunisti, arrampicatori sociali, ambiziosi rampanti, e cosi' via. In comune hanno tutti una sostanziale indifferenza (ove non una vera e propria avversione) per i fatti e la diversità di opinioni, unita ad una grande passione per le tesi precostituite, asservite ad un fine; politico, nel migliore dei casi, personale nel peggiore.

Ripeto, non voglio che Santoro chiuda: io sono Radicale e, ai bavagli alla bocca, preferisco la prospettiva che la gente si doti di senso critico ed opinioni personali (leggi: non prese a prestito), sani anticorpi contro qualsiasi distorsione dei fatti.

Non credo che l'informazione libera e la democrazia si misurino mettendo bavagli alla bocca, ma nemmeno difendendo a spada tratta solo quelli che diffondono opinioni politiche a noi gradite e chiedendo a gran voce l'impiccagione degli oppositori.

Il livello di senso critico, unito al pluralismo (anche quello che passa attraverso Santoro e Fede) invece, e' il solo scudo che mette al riparo da qualsiasi regime.

Saluti,

(Rio)