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sabato 21 febbraio 2009

Renato Brunetta e l'unico modo per fare riforme in Italia

Ciao.
Com'era prevedibile, con il tempo sulla stampa vanno aggiungendosi storie di ordinario disagio relativo all'applicazione dell'art.71 del Decreto Legge n.112 del 25/06/2008, meglio noto come Decreto Brunetta sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici.

  • C'e' l'infermiera della ASL con la gamba ingessata che non puo' muoversi di casa, perche' dovrebbe anticipare ogni spostamento con comunicazioni a mezzo fax, non ha il fax in casa e si sente - quindi - praticamente agli arresti domiciliari.

  • C'e' il funzionario pubblico con problemi di salute che e' costretto ad andare al lavoro lo stesso, anche se sta male, per non vedersi decurtare lo stipendio.

  • Ci sono innumerevoli dipendenti di questo o quell'Ente pubblico che si sentono - a torto o a ragione - defraudati di un loro diritto (qualcuno tira in ballo persino la Costituzione!), per via del totale automatismo ed assenza di discrezionalita' dalla procedura prevista dalla normativa.

Tutto vero.
Come anche e' vero che, da quando il Ministro dell'Innovazione e della Funzione Pubblica ha varato questa misura anti assenteismo, le richieste di assenza per malattia dei dipendenti pubblici sono diminuite di oltre il 41%, su base nazionale.
In alcuni Enti, sono addirittura crollate dell'80% (fonte: www.innovazionepa.it , sito ufficiale del Ministero).
L'Italia si scopre improvvisamente un Paese che scoppia di salute, anche nel periodo invernale, solitamente dominato dalle infiammazioni all'apparato respiratorio e dall'influenza.

Neanche a dirlo, il Ministro Renato Brunetta e' contestatissimo.

Deriso per la propria statura fisica, spesso paragonata a quella di Silvio Berlusconi, a Brunetta viene rimproverato lo zelo confessionale del moralista bigotto, l'atteggiamento da cieco e bieco censore, nonche' la totale insensibilita' ed incapacita' di cogliere le sfumature umane nelle diverse situazioni; tutte caratteristiche - a detta dei suoi detrattori - proprie del politico di Centrodestra.

Ma, a guardare da vicino, cio' che rende diversa e "pericolosa per qualcuno" questa riforma anti assenteismo e' proprio il suo totale automatismo.

Infatti, in una Circolare Ministeriale del 17 luglio 2008, si chiarisce che la decurtazione della retribuzione al dipendente pubblico si applica ad ogni evento di malattia, a prescindere dalla durata, per i primi dieci giorni di assenza.
Quindi anche anche le assenze di un giorno solo.
Nel testo si specifica anche che il terzo evento di malattia nell'anno solare e le assenze superiori a dieci giorni devono essere giustificati da certificato medico rilasciato dalle strutture sanitarie pubbliche o dai medici convenzionati e che - udite, udite! - tutte le Amministrazioni devono obbligatoriamente inoltrare la richiesta di visita fiscale, anche nel caso di assenza per un solo giorno.

Brunetta, cioe', ha applicato la mannaia.
Il D.L. 112/2008 non e' certo un modello di sottigliezze e di distinguo giuridici; questo e' vero.
Il D.L. 112/2008 svuota il dirigente pubblico di qualsiasi prerogativa e discrezionalita' nei controlli sul personale di propria competenza.
Vero.

Ma e' anche vero che siamo in Italia e, quindi, in un Paese dominato da una cultura del lavoro in cui l'interesse privato prevale troppo spesso sulla responsabilita' professionale.

Brunetta sa bene che, se avesse lasciato ai dirigenti il compito di stabilire se richiedere o meno la visita fiscale, questi avrebbero probabilmente optato per lasciare tutto com'e', sia per non compromettere i rapporti interpersonali con i colleghi, sia perche', in tal modo, avrebbero potuto anche loro usufruire di qualche "assenza extra" piu' liberamente.

Senza alcun dubbio, questo D.L. ed il suo automatismo e' un atto di profonda sfiducia nei confronti della Pubblica Amministrazione e dei suoi meccanismi di autoregolamentazione, veri o presunti che siano.

Resta, tuttavia, da chiedersi se la sola via per affrontare SERIAMENTE il problema dell'assenteismo in Italia non passi anche attraverso l'adozione di provvedimenti impopolari come questo, che colpisce circa 2 milioni di dipendenti del Settore Pubblico e le loro famiglie.

La legge della mannaia, inevitabilmente, crea ingiustizie per qualcuno.
Allo stesso modo, pero', fa giustizia del lassismo di molti, molti di piu'.

Senza voler "santificare" Brunetta, considerata la miopia della nostra classe politica nei confronti di altre, ben piu' gravi ingiustizie sociali, forse questo e' un male necessario.

Ciao,

(Rio)
Nella foto: Il Ministro Renato Brunetta.