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venerdì 9 gennaio 2009

Israele-Hamas: come stanno VERAMENTE le cose.


Riporto di seguito una mia nota pubblicata su un altro spazio in data 8 Gen 2009.

Se c'e' una cosa che non sopporto, sin dai tempi dei due mesi trascorsi in un kibbutz nell'estate del 1987, e' la superficialita' della stampa mondiale nel trattare le questioni del Medio Oriente.

Nei media di molti Paesi c'e' evidentemente qualcuno convinto che Israele sia una nazione popolata da pazzi fanatici, il cui unico scopo e', ad ondate successive e per motivazioni assolutamente ciniche, se non irrazionali, divertirsi nell'esercizio della propria superiorita' militare, massacrando periodicamente gli arabi a nord (Libano) ed a sud (Gaza) dei propri confini.

Cosi', per sport. La guerra come strumento ordinario, perche' si e' "bastardi dentro".

Come se la guerra non costasse vite umane da ambo le parti, come se non costasse un fottio di soldi che andrebbero spesi in modi differenti, come se non causasse ingenti danni materiali anche al Paese "aggressore" (chiamiamolo pure cosi', per fare contento il semi-dittatore Hugo Chavez), come se non creasse problemi diplomatici enormi, da cui derivano problemi economici ancora piu' grandi...

Quello che dai media viene invece riferito solo di sfuggita, tra una scena strappalacrime palestinese e l'altra, e' che persino oggi (8 Gennaio 2008), quando Israele ha spezzato Gaza in tre tronconi, dopo settimane di bombardamenti ed un'offensiva di terra in corso, sulle citta' israeliane di confine continuano a cadere, in media, 20 missili palestinesi al giorno.
Immaginate -- e vi tocca farlo, perche' la stampa non ve lo dira' mai -- quanti ne sono caduti *PRIMA* che Israele perdesse la pazienza con Hamas, dopo molti mesi di trattative, dopo essersi completamente ritirato dalla striscia di Gaza ed aver portato via di peso i propri coloni (gesto unilaterale, sia chiaro).

Alcune citta' israeliane di confine hanno subito continuamente e per mesi una pioggia di missili Qassam e Graz (vi aiuto io nel conto: anche 100 in un solo giorno) lanciati da un Paese che Israele riconosce e con il quale aveva siglato una tregua.

Che farebbe l'Italia, se la Francia lanciasse per mesi missili su obiettivi civili, che so, a Biella?
Lo stato di Israele ha protestato a lungo, e' stato invitato alla mediazione ed alla tolleranza (??) dalla diplomazia dall'Unione Europea, mentre Bush era impegnato a sostenere la campagna elettorale di Cheney e di quella demente della Palin e, quindi, faceva orecchio da mercante.
Di conseguenza, Hamas si e' sentita piu' libera di agire.

Se i danni dei razzi Qassam sono stati limitati, lo si deve:
1. Alla buona organizzazione dell'IDF (l'Esercito Israeliano), che ha addestrato la popolazione ad evacuare i siti sensibili in 3 minuti, che io non so neanche come {censura} si fa...!
2. Alla pessima organizzazione dei palestinesi, che spesso sbagliano mira ed il razzo, invece che su di un edificio, cade in un campo coltivato, ad esempio. Qualche volta, purtroppo, cade in Palestina su un edificio di confine, come nel caso delle due povere ragazzine palestinesi uccise qualche giorno fa a Jebaliya dal "fuoco amico".

Dal canto suo l'esercito israeliano -- caso unico al mondo e probabilmente nella storia -- prima di attaccare postazioni di Hamas, avverte dell’imminente attacco tutti coloro che abitano nell’edificio usato per nascondere o lanciare missili. Lo fa utilizzando volantini, annunci telefonici e persino messaggi SMS!

Se non e' questo un chiaro messaggio a sostegno della tesi "Noi non siamo in guerra con la Palestina. Noi siamo in guerra con Hamas"...!

Hamas, invece, utilizza deliberatamente luoghi di culto, scuole e abitazioni civili come arsenali e basi di lancio, evitando il più possibile scontri diretti con i soldati israeliani entrati nella striscia di Gaza e preferendo, piuttosto, nascondersi nei quartieri densamente abitati dalla popolazione civile palestinese.
Hamas, dicono fonti palestinesi di Haaretz, preferisce sparare dalle case, lasciando che sia la popolazione locale a subire i colpi della controffensiva israeliana.

A titolo di esempio, alti comandanti di Hamas sono stati visti più volte aggirarsi nei pressi del reparto di maternità dell’ospedale Shifa della città di Gaza, e addirittura usare l’edificio dell’ospedale per tenere conferenze stampa, evidentemente nella convinzione che questo offra un rifugio sicuro dal fuoco israeliano.
Per lo stesso motivo, forze di Hamas si nascondono nei pressi di edifici che fungono da sedi di varie organizzazioni internazionali, come la Croce Rossa e le Nazioni Unite.

La logica e' quella dell'uso esplicito di civili, anche donne e bambini, come scudi umani. Con buona pace di quelli che sostengono che ad Hamas interessi l'incolumita' del proprio popolo.

Ciao,

(Rio)
La vignetta dice: "Il giubbetto antiproiettile di Arafat".