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lunedì 21 settembre 2009

A (s)proposito dell'indagine dell'Espresso su Brunetta...

Ciao.

Da qualche giorno gira su internet un video confezionato dal settimanale L'Espresso dal titolo "La verità su Brunetta", che sintetizza i risultati di un'indagine sul passato pubblico e privato del cosiddetto ministro "castiga fannulloni".
Sia chiaro: non c'è assolutamente nulla di male nel fatto che L'Espresso, come qualsiasi altra testata, indaghi sulla vita pubblica e -- perché no? -- anche privata di un Ministro della Repubblica. Si tratta di esercitare un diritto costituzionalmente garantito, oltre che di un dovere etico ad informare i cittadini. Per quel niente che vale, esprimo la mia personale gratitudine per l'iniziativa dell'Espresso e per ogni altra iniziativa analoga.

Tuttavia, ciò che colpisce dalla visione del filmato è la pressoché totale inconsistenza delle accuse rivolte al secondo nano più famoso d'Italia, che dall'indagine dell'Espresso ne emerge semplicemente come il tipico pesce in barile italiano, uno che "sa star a galla", uguale a molti milioni di suoi concittadini che hanno usufruito delle stesse circostanze favorevoli, siano essi di Destra o di Sinistra.

Caviamoci subito un dente: chi scrive questa nota è Radicale e, quindi, non certo un amico di questo governo.

Anche se non mi meraviglio che l'iniziativa di indagare sulla vita di Brunetta nasca dall'Espresso e non da un giornale "vicino" a Berlusconi, riconosco che questo non sia importante, se il contenuto del filmato è veritiero.
E, sempre a parere di chi scrive questa nota, il filmato dice effettivamente la verità.

Naturalmente, se L'Espresso avesse trovato "di più" sull'«odiato Brunetta», non avrebbe certo evitato di riferirlo, nella propria indagine...

Il video dell'Espresso è attualmente (20 Settembre 2009) disponibile a questo link del quotidiano "La Repubblica":
http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/3671846

Siete invitati, prima di proseguire nella lettura di questa nota, a guardarlo con attenzione. E' gradevole, strutturato "in stile Report", e dura meno di quattro minuti. Poi, vi esorto a tornare qui e a continuare a leggere.

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Visionato il filmato?
Vediamo adesso, una per una, le accuse che L'Espresso rivolge al ministro Renato Brunetta.


1. Le consulenze pubbliche
Non è ben chiaro da quale pianeta discendano i giornalisti ed i lettori dell'Espresso, ma che le consulenze pubbliche, come anche i fondi pubblici per lo spettacolo o quelli per finanziare i «progetti» delle "associazioni culturali" no profit, siano distribuiti perlopiù in base a logiche clientelari e non di merito io lo so da quando avevo i brufoli alle scuole medie.
Personalmente, non conosco alcun libero professionista, ricercatore, dottore di ricerca (per non citare i professori universitari) che disdegnerebbe di fare consulenze agli Enti Locali (Comuni e Province), come anche a quelli territoriali e figuriamoci ai Ministeri!
Se non altro perché sono soldi (spesso, ma non sempre) più facili e sicuri.
Qualcuno all'Espresso crede forse che il problema delle consulenze distribuite perlopiù su base clientelare riguardi solo il Centrodestra? Si sono già dimenticati della multa miliardaria in lire che la Corte dei Conti inflisse a Rutelli, quando era sindaco di Roma, per consulenze distribuite ad amici e conoscenti? E cito Rutelli solo per fare un esempio: mostratemi una Giunta comunale (di qualsiasi colore!) e vi farò vedere una Giunta comunale che ha distribuito qualche consulenza facile. Immaginatevi cosa succede nei Ministeri, dove la visibilità è minore. Ma se volete continuare a pensare che certe cose accadano solo a Brunetta o solo al Centrodestra, fate pure: ognuno è padrone delle proprie illusioni. :)

2. La carriera universitaria
E' tutto vero. Agli inizi degli anni '80 fu approvato un DPR scellerato, veramente da incoscienti, che permise di acquisire l'abilitazione a professore associato con referenze e curriculum minimi.
Ne approfittarono tutti, ovviamente: siamo in Italia, qui, mica sul "Pianeta Espresso".
Nello stesso periodo -- ma non ricordo se in base alla stessa norma oppure ad un'altra approvata in quegli anni -- tutti i ricercatori "precari" divennero effettivi. Così, per decreto.
Per la cronaca, il risultato di queste norme, che giustamente vengono considerate una vera e propria «moratoria» è che, di fatto, per oltre 20 anni si è impedito alle nuove leve l'accesso alla carriera universitaria. A farne le spese, neanche a dirlo, la "solita" generazione di sfigati nati a partire dagli anni '70. Quella dei co.co.pro., per intenderci.
Ma Brunetta, come tutti quelli che erano al posto giusto al momento giusto, ne ha usufruito. Lo si accusa di non essere un santo? Cosa avrebbe dovuto fare, dire di no e darsi al precariato?
Si dice ancora nel filmato che Brunetta abbia ottenuto la cattedra solo nel terzo ateneo dell'Abruzzo e che, quindi, non fosse certo da Nobel. Che Brunetta sia da Nobel lo dice solo lui (se mai l'ha detto) e qui nessuno sottoscrive. Come tutti, anche Brunetta è padrone delle proprie illusioni. :)
Ma io conosco fior di dottori di ricerca, ricercatori ed associati che hanno trovato spazi solo in sedi universitarie di infimo ordine. La carriera universitaria è così, almeno in Italia: non è mai stata meritocratica. Brunetta si è solo mosso bene in queste acque torbide.
Sia chiaro che c'è chi -- a Destra ed a Sinistra -- negli atenei si è saputo muovere molto, molto meglio di lui. Ma che colpa sarebbe, questa?

3. Il periodo da Europarlamentare
Qui -- scusate -- ma veramente i giornalisti dell'Espresso hanno voglia di scherzare: c'è un regolamento del Parlamento Europeo che prevede che gli Europarlamentari debbano presenziare ad almeno il 40% delle sedute, per avere diritto alle indennità.
Brunetta totalizza, opportunisticamente, il 42% e prende l'indennità.
Qualcuno all'Espresso si stupirebbe se, controllando le percentuali di presenza degli altri Europarlamentari (italiani e non), in media non si andasse molto lontani da quel 40%?
E il rimborso per i voli?
Se il Parlamento Europeo concede rimborsi per i viaggi degli Europarlamentari su base forfetaria e non a piè di lista (leggi: in base alle ricevute effettivamente presentate per rendicontazione), tutti gli Europarlamentari saranno andati a Strasburgo in autostop o a piedi scalzi, come i pellegrini, pur di mettersi in tasca i soldi del rimborso fisso!
E' per questo che oggi nessuno più, nemmeno alle Nazioni Unite (!), concede rimborsi forfetari.
Ma dove vivono, all'Espresso?
E le auto blu?
Lui ha chiesto per iscritto di averne assegnata una. Il video non dice se gliene abbiano effettivamente data una oppure no (io non credo...) ma, se pure fosse, lui l'ha formalmente richiesta e quelli gliel'hanno formalmente concessa. La colpa sarebbe di Brunetta o dell'idiota euro-burocrate che gli ha detto di sì? :)

4. L'acquisto di immobili
A parte che il video parla dell'acquisto di sole due proprietà immobiliari, casa sua a Roma e la villa delle vacanze a Ravello, il che non mi pare nulla di più di quello che fa la maggior parte della gente (l'ex sindaco di Bari, Simeone Di Cagno Abbrescia, con i suoi svariati immobili nella città vecchia, batte ampiamente il secondo nano più famoso d'Italia), anche qui Brunetta non ha fatto altro che di usufruire -- insieme a molti, molti altri di Destra e di Sinistra -- di una normativa, quella delle privatizzazioni e delle cartolarizzazioni degli immobili di enti previdenziali ex pubblici, approvata e confermata (cioè mai abrogata!) dai governi di epoca «prodiana e berlusconiana» nei primi anni '90.

In breve, negli anni '70 e '80 c'era una casta di privilegiati, alcuni cittadini comuni, alcuni professionisti "in vista", molti parenti ed amici di politici di tutti gli schieramenti, che pagavano affitti ridicoli per abitare in immobili di pregio, di proprietà di enti pubblici, in genere enti previdenziali o assistenziali (INPS, INAIL, eccetera), collocati per la maggior parte a Roma, ma non solo.
Tra questi inquilini, tra gli altri, c'erano anche alcuni parenti di Massimo D'Alema e di altri esponenti dell'attuale PD.

Con le privatizzazioni, si è concesso agli inquilini di riscattare la proprietà dell'immobile a prezzi "di favore".
Alzi la mano chi crede che l'abbia fatto solo Renato Brunetta.

Era una legge della Repubblica. Assurda, sia chiaro (lo Stato avrebbe dovuto mettere all'asta quegli immobili di pregio!), ma era una legge approvata a larghissima maggioranza dal Parlamento.
Chiedetevi perché "a larghissima maggioranza" e scendete dalla luna, per favore, ché ormai siete grandi.

E veniamo alla mega-villa di Ravello, sulla Costiera Amalfitana. Qui il filmato non è chiaro: Brunetta aveva la cubatura per fare quei lavori di ristrutturazione, sì o no? Se non l'aveva, saremmo dinanzi ad un abuso edilizio, un reato perpetrato -- tra l'altro -- in un'area bellissima del Paese!
Brunetta andrebbe perseguito, se fosse così!

Ma questo L'Espresso non lo dice.
E allora posso dubitare che, se l'indagine dell'Espresso avesse scoperto un reato commesso da Brunetta, non l'avrebbe denunciato chiaramente, oppure sono io che ho perso l'innocenza dell'infanzia e penso sempre a male di tutti? :)

Al contrario L'Espresso sembrerebbe insinuare -- con uno stile "dico-non dico" degno del miglior Buttiglione -- che il sindaco di Ravello avrebbe concesso non meglio precisati "permessi" (si tratta di normali permessi a costruire? Oppure di una variante al Piano Regolatore per aumentare la cubatura a disposizione di Brunetta e permettergli di costruire una mega villa? Il filmato glissa su questo e, di nuovo, se così fosse, perché mai L'Espresso dovrebbe "coprire" le nefandezze del ministro?), tutto ciò in cambio di consulenze al Ministero.
Bene: se c'è un'ipotesi di reato, che L'Espresso denunci Brunetta ai Carabinieri e che la Procura della Repubblica indaghi.
Ma, per quel che è noto sui procedimenti amministrativi degli Enti Locali, non è il sindaco che concede i permessi, bensì il Settore "Edilizia Privata" del Comune.
Allora pure i funzionari di tale Settore che hanno istruito la pratica ed il dirigente che l'ha firmata avrebbero forse commesso un illecito?
Ed in cambio di che cosa?
Hanno ottenuto consulenze a Roma anche loro?
O forse sarebbero stati vessati, mobbizzati, ricattati dal sindaco?
Perché L'Espresso non chiarisce meglio ciò che intende denunciare nel filmato, in merito alla villa di Ravello?

5. La morale della favola
Se questa è la verità su Brunetta, io sarei abbastanza tranquillo, posto che Brunetta ne viene fuori come l'Italiano medio e che io ritengo che in Italia nessuno sia un "santo"; tanto meno a Montecitorio o a Palazzo Chigi.
Tuttavia, al Renato Brunetta di oggi, pur simpatico come il mal di denti di notte, vanno riconosciuti meriti innegabili, quantomeno in termini di coraggio: Brunetta è abbastanza pazzo, esaltato ed arrogante per mettersi contro tutto il Paese per portare avanti le battaglie in cui crede.
Per favore, sia chiaro: questo NON è un problema di orientamento politico.
Io un Brunetta del Centrosinistra lo accoglierei a braccia aperte, così da essere certi che, chiunque governi, PD o PdL, "un Brunetta" ci sia.

Perché se aspettiamo che a fare le riforme sia uno che non abbia usufruito delle circostanze favorevoli del passato, in Italia attenderemmo probabilmente in eterno.

Saluti,

(Rio)

P.S. Se pure, come sostengono i suoi detrattori, il ministro Brunetta non avesse ottenuto alcun risultato concreto (e io non credo sia così), il DLgs 112/98 rappresenterebbe sempre un momento di svolta in Italia nei rapporti tra lo Stato ed i dipendenti del Pubblico Impiego.
E' come se si dicesse: "In una fase di crisi profonda, in cui le aziende chiudono e gli operai perdono il posto di lavoro, voi dipendenti della P.A. siete gli unici inamovibili, il cui stipendio è e rimane garantito. Avete molti diritti e nessuno ve li tocca; ora però parliamo anche di doveri. Per una volta, scusateci, ma vi chiediamo anche qualcosa, in cambio di tutta questa sicurezza".