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martedì 22 settembre 2009

La Finanziaria 2010-2012: prime impressioni

Salve.

Il Governo Berlusconi ha appena completato la discussione interna sulla Legge Finanziaria 2010-2012, confermando la scelta triennale nella pianificazione di spesa delle risorse pubbliche, per limitare l'assalto alla diligenza di lobby e partiti. Dato il momento di difficoltà per le finanze pubbliche, si tratta di una manovra definita "leggera", di complessivi 3,4 miliardi di euro, ripartiti nell'arco di tre anni.

E' apprezzabile sia lo sforzo di rivedere la pianificazione in una prospettiva che vada oltre l'orizzonte annuale (contenendo gli effetti perversi degli "emendamenti", che facevano lievitare la spesa ed il debito pubblico di molto, rispetto alle previsioni iniziali), sia l'atteggiamento realista di mantenere alcune risorse "libere" da vincoli: circa 8 miliardi di euro, accantonati per fronteggiare con tempestività le emergenze del lavoro.

Tuttavia, da un'analisi di massima delle voci di spesa, emergono alcune considerazioni - a parere di chi scrive - davvero sconsolanti.
Queste considerazioni prescindono dal "colore politico" del governo, ma diventano ancora più tristi se si pensa che ad presentare la finanziaria non sia un esecutivo di Sinistra guidato da Fausto Bertinotti, bensì un governo di Centrodestra, che si dice "liberista", guidato dall'imprenditore Silvio Berlusconi.

Nel 2010, ad esempio, si stanziano circa 690 milioni di euro per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, di cui 350 per i contratti direttamente a carico dello Stato (Ministeri, e diversi enti "centrali").
Sin qui, nulla di strano. Sono pochi soldi, certo, ma le risorse complessive sono quelle che sono.
Ciò che colpisce è la destinazione di gran parte di quei 350 milioni: infatti, di quei soldi, ben 215 milioni (ovvero, circa il 61%) sono destinati al personale contrattualizzato (leggi: assunto), mentre soltanto 135 milioni (il 38%) ai precari della Pubblica Amministrazione.

Ora, non è per spirito polemico ma, in tempi di grave crisi come questa, non sarebbe lecito attendersi un forte spostamento di risorse dai lavoratori più tutelati a quelli meno tutelati?
Non siamo alla solita codardia di tutti i governi che, pur di non dover fronteggiare l'ira della Trimurti Sindacale (a cui - notoriamente - dei precari non importa nulla, ma dei lavoratori loro tesserati nei Ministeri sì), sottrae risorse ai soliti "servi della gleba" per assicurare copertura agli scatti salariali di chi ha già un posto di lavoro garantito?
Perché in questo Paese si fa un gran parlare di principi come solidarietà ed uguaglianza e poi, puntualmente, li si tradisce?

Un'altra considerazione triste scaturisce dalla spesa per l'università e per la ricerca. Ci sono Paesi che spendono una quota significativa del PIL nazionale per finanziare l'istruzione universitaria superiore e la ricerca scientifica. Il governo Berlusconi si vanta di "aiutare" il know-how del Paese a crescere con un bel 5-per-mille (signori, lo 0,5%!) dei proventi, niente affatto certi, che potrebbero o che si spera dovrebbero derivare dalla lotta all'evasione e dallo scudo fiscale.
Qualcuno lo ricordi ai movimenti studenteschi, quando decideranno di scendere in piazza contro la Gelmini, che altro non fa se non... distribuire briciole.

Del resto, che volete farci?
Non possiamo contrariare il funzionario ministeriale che prende 14 mensilità da 3.000 euro per lavorare 35 ore alla settimana, non facendogli trovare i 90 euro lordi di aumento in busta paga...

Saluti,

(Rio)